Il tè nel deserto
- Autore: Paul Bowles
- Casa editrice: Feltrinelli
Il tè nel deserto di Paul Bowles è un libro bellissimo con protagonisti tre viaggiatori newyorchesi (un uomo, sua moglie e il migliore amico di entrambi), che partono per l’Africa, senza una meta precisa.
Ho sempre detto che questo è tra i libri che più mi sono piaciuti e Wikipedia legittima questo mio innamoramento: scritto nel 1949, la rivista Time lo ha inserito tra i cento migliori romanzi in inglese del periodo tra il 1923 e il 2005.
La moglie Kit, il marito Port Moresby e il loro amico George Tunner arrivano a Tangeri, nel 1947, con il convincimento di arrivare nel deserto di Sahara il prima possibile.
Kit e Port sono due coniugi inquieti: lei esigente, non si sente veramente amata dal marito, a ragione forse, stanca di tutto, soprattutto del mondo europeo. Port a Tangeri cerca subito una donna, non ha più dimestichezza con il corpo di Kit, lui musicista in crisi, lei così spigolosa lo ossessiona con il loro vivere artistico. Non dormono nemmeno nella stessa camera d’albergo. George serve per togliere il gelo, per sdrammatizzare, fa da fratello minore a Port e cerca di sedurre Kit, dicendo quanto sia bella e affascinante, mentre Kit odia e ama questa seduzione esibita. Prende il treno con lui per lasciare Tangeri, mentre Port trova degli strani esseri, madre e figlio, che gli danno un passaggio.
Attenzione spoiler trama: Il deserto ha dato alla coppia uno strano affiatamento. Una volta arrivati in prossimità del deserto, i due cercano di depistare George, vogliono liberarsi della sua fatuità. Viaggi e viaggi, lo scrittore ci rende i paesaggi esterni ed interni della coppia, conosce benissimo la gente magrebina, le loro furbizie. Tangeri ora è lontanissima, Port si ammala di febbre tifoidea e muore. Dopo il romanzo prende le sembianze di un sogno ad occhi aperti, Kit ha perso una parte di lei, un marito che conosceva alla perfezione. Kit sopravvive al dolore della morte del marito ma non diremo come, anche se ormai molti conoscono il finale grazie al film di Bernardo Bertolucci che, nonostante le differenze con il libro, ha il pregio di prendere dal libro descrizioni, luoghi e storie.
Paul Bowles, nel film, è un astante in un bar di Tangeri, dove forse c’è anche Kit che cerca George.
Bowles scrive in finale:
"Non sappiamo quando moriremo e quindi pensiamo alla vita come a un pozzo inesauribile. Eppure tutto accade solo un certo numero di volte. Quante volte ricorderemo un certo pomeriggio della nostra infanzia, un pomeriggio che è così profondamente parte di noi che non potremmo nemmeno concepire la nostra vita senza? Forse quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante volte guarderemo sorgere la luna piena? Forse venti. Eppure tutto sembra senza limiti".
Travolgente il libro, bello il film.
Il tè nel deserto
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Nel finale del libro Kit si allontana e si perde per sfuggire a George . Il testo è molto chiaro in proposito , lei, ormai sprofondata nell’alienazione,non vuole tornare. In questo senso ,Bertolucci ha tradito tutta la seconda parte del romanzo,probabilmente per volere i produttori. Mai , in America , si sarebbe potuto accettare la fame sessuale di Kit