Con questo volume, il lunghissimo "Alla ricerca del tempo perduto" arriva alla fine.
Il tempo ritrovato, uscito postumo nel 1927, è la summa di tutta l’opera proustiana.
È scoppiata la prima Guerra Mondiale, Marcel è stato sempre in giro, lasciando Parigi, in molti posti della Normandia e di altre province, entrando e uscendo da case di cura in cui andava a curarsi la fortissima depressione causata della morte di Albertine e l’insonnia.
Quando torna a Parigi, trova tutto cambiato: la vecchia aristocrazia è finita, gli arrivisti, i borghesi hanno preso il posto delle grandi famiglie, come i Guermantes. I salotti sono cambiati e lo snobismo che alberga nel narratore non sopporta che personaggi come Madame Verdurin, una donna pettegola e ignorante, siano al massimo della celebrità.
Marcel soggiorna a casa di Gilberte, ricordano il tempo perduto, poi lei gli confida i tradimenti del marito, che non la rispetta, e gli racconta la Parigi sotto la guerra, dove l’unica persona che frequentava era il barone di Charlus, sempre più innamorato di giovani soldati che lo maltrattano e gli fanno pesare un’omosessualità incanaglita dal passare del tempo. Ormai il barone è un vecchio.
Invitato a una festa dai Guermantes, il narratore rivede tutti i suoi amici, chiede ricordi, aneddoti, si sofferma su piccole cose. Poi tra sé decide che è arrivato il momento di mettere su carta tutto quello che ha vissuto con gli amici, con l’amatissima madre, la governante. Il libro si chiamerà "Alla ricerca del tempo perduto".
"Come un geometra che, spogliando le cose delle loro qualità sensibili, vede solo il loro substrato lineare, quello che raccontava la gente mi sfuggiva perché ciò che mi interessava non era quello che voleva dire, ma la maniera in cui lo diceva, in quanto rivelatrice del loro carattere o dei loro lati meschini; o piuttosto era un oggetto che era sempre stato il fine della mia ricerca perché mi dava un piacere specifico, il punto in comune a un essere e a un altro."
Per capire perché scriverà questo, a mo’ di conclusione:
"La vera vita, la vita finalmente messa a nudo e chiarita, di conseguenza la sola vita pienamente vissuta, è la letteratura".
Siamo a pagina duemilaquattrocento di questo libro che è anche una scommessa per il lettore.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il tempo ritrovato: riassunto del settimo volume del capolavoro di Marcel Proust
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