Il vangelo proibito
- Autore: David Gibbins
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2011
Siamo a largo del mare che bagna una splendida Sicilia, lussureggiante e arroventata. L’archeologo Jack Howard, conosciuto in tutto il mondo per le sue importanti scoperte, e il suo inseparabile amico e collega Costas Kazantzakis sono impegnati un’immersione subacquea che ha come scopo quello di recuperare una leggendaria nave naufragata nel Mediterraneo nel 60 d.C., mentre stava conducendo San Paolo a Roma. Non è la prima volta che Jack si cimenta in questa sensazionale impresa: da sempre infatti, è consapevole che la nave si trova in un punto imprecisato dei fondali del Mediterraneo, e già vent’anni prima si era già immerso alla ricerca del relitto, senza però avere l’attrezzatura adeguata né le coordinare giuste. Ora, però, finalmente il suo sogno sembra avverarsi…
Nel frattempo, in Campania, succede qualcosa di straordinario: una forte scossa di terremoto spacca il terreno, svelando l’esistenza di un passaggio segreto nella villa dei Papiri a Ercolano che conduce a una camera segreta, anch’essa riportata alla luce dal terremoto. Si tratta di una scoperta particolarmente importante perché con ogni probabilità si tratta della stanza che un tempo era stata lo studio privato dell’imperatore Claudio, il luogo dove egli avrebbe trascorso i suoi ultimi anni, nascosto da tutti, custodendo un oscuro segreto che in molti stanno ancora cercando, un documento dal valore inestimabile che qualcuno vorrebbe distruggere affinché nessuno venga a conoscenza della verità in esso contenuta. A Jack e Costas spetterà il compito di intraprendere un viaggio alla ricerca della verità: un viaggio lungo e avventuroso, che li condurrà a Roma e a Londra, nell’assolta California e poi nella misteriosa Gerusalemme, la città cristiana per eccellenza…
David Gibbins, canadese, è anch’egli come Jack, il protagonista del libro, uno storico e archeologo di fama mondiale, specializzato nella storia del Mediterraneo antico e in archeologia subacquea. Ciò risulta piuttosto evidente ne “Il Vangelo proibito”, che è senza dubbio uno dei romanzi più fedeli alla realtà storica che io abbia mai letto, a tratti addirittura tecnico e specialistico. Nulla, nella trama, è inventato o lasciato al caso: ogni evento è perfettamente plausibile, storicamente coerente, le descrizioni sono accurate e la Storia viene spiegata in maniera chiara e approfondita. L’approccio di Gibbins al testo, infatti, soprattutto in alcuni tratti, somiglia più a quello di un ricercatore che sta scrivendo un trattato di storia che a quello di un romanziere. Questa caratteristica potrebbe essere scambiata per un difetto dell’opera, soprattutto da chi non ama particolarmente i romanzi storici e preferisce di gran lunga l’azione e la tensione. A me non ha dato fastidio, poiché Gibbins è talmente abile nella scrittura da rendere piacevole qualsiasi cosa scriva.
Pubblicato da Newton Compton nel 2011, “Il Vangelo proibito” si presenta come un romanzo apocalittico che mescola sapientemente thriller, storia, religione e archeologia, seguendo un filone piuttosto collaudato negli ultimi anni. La critica, infatti, ha paragonato spesso Gibbins a Dan Brown e in effetti gli intrecci delle loro opere e il modo di scrivere sono simili, tuttavia non si possono ignorare le fondamentali differenze tra i due: i libri di Dan Brown sono più romanzati e la sua scrittura molto più retorica rispetto a quella di Gibbins, che per parte sua privilegia la parte avventurosa rispetto a quella gialla.
Una nota di merito spetta alle descrizioni, semplicemente meravigliose. Assolutamente consigliato agli amanti del genere e ai lettori di Dan Brown, “Il Vangelo proibito” è un bel romanzo d’avventura, scritto benissimo.
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Questo romanzo vive in bilico tra luci ed ombre: il racconto è molto curato (forse fin troppo) e ricco di particolari, i cenni storici si sprecano e la cura nei dettagli lascia impresso un sapore di chi ha competenza sul campo. Ma il retrogusto è tutt’altra cosa, purtroppo: troppi tempi morti che lasciano il posto a vagonate di spiegazioni che non aggiungono nulla al contesto, ma anzi interrompono le dinamiche della narrazione. Ogni qualvolta, infatti, saremo pronti per scoprire qualcosa che possa attizzare la curiosità, subito dopo ripartono miriadi di concetti e spunti che riportano in letargo il momento clou. I personaggi non possiedono quel tipo di simpatia o il necessario carisma che possano fungere da colonna portante al racconto, essi si limitano a svolgere il proprio compito, come pedine su uno scacchiere. Il protagonista, Jack Howard, ha l’aria da saccente, ma a conti fatti anche lui appare come un automa che si muove in un binario predefinito. I ’cattivi’ fanno poca paura, e non vi è mai quella vera sensazione di essere braccati, punti di certo stereotipati del genere, ma che almeno salverebbero l’intero libro.
Un ultimo appunto, che mi ha lasciato esterrefatto (in negativo): la cura che ha l’autore di distruggere in tutto e per tutto ciò che è rimasto di buono nella città di Napoli. Essendo napoletano, detesto che si critichi in maniera eccessiva un popolo e una città senza magari averci vissuto una vita, definendoci ’ladri, truffatori’ e quant’altro, quando ovviamente non siamo tutti così.
Deludente.