Il velo strappato
- Autore: Carmen Bin Ladin
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Piemme
In mezzo al moltiplicarsi di libri basati su storie di vita vissuta da donne nella realtà dei Paesi islamici, libri che, sia chiaro, sono tutti ugualmente apprezzabili, interessanti, educativi e, si potrebbe dire senza tema di smentita, necessari, quello che sto prendendo in esame offre certamente un punto di vista piuttosto particolare e di sicura unicità. E’ facile capirlo già dal cognome dell’autrice, cognome in questo caso acquisito, in quanto il suo nome da ragazza è Carmen Dufour e la sua nazionalità originaria è svizzera. Il cognome Bin Laden, che, all’epoca della pubblicazione (nel 2004), ancora apparteneva alla scrittrice poiché separata ma non ancora divorziata, è stato ottenuto in seguito al matrimonio contratto con un membro della famiglia, uno dei molti fratelli di Osama: Yeslam Bin Laden. Carmen, prima fidanzata e in seguito moglie di Yeslam, ha dovuto patire la difficoltà di vivere un’esistenza “sdoppiata”: una normalissima vita occidentale in America e in Svizzera ed una rigida vita da donna islamica in Arabia Saudita. Yeslam, che in occidente era tollerante e permissivo, nel suo Paese diventava ossessionato dalle rigide e perbenistiche regole, dalle quali in nessun modo era possibile prescindere. La situazione, tollerabile fin quando la coppia viveva in occidente e l’unica occasione di visita in Arabia Saudita era stata il suggestivo e pittoresco matrimonio, si è fatta durissima in seguito alla decisione, presa da Yeslam dopo la nascita della prima figlia, di trasferire la famiglia nel suo Paese natale per poter sfruttare le crescenti opportunità di lavoro. Così Carmen inizia la sua vita nel clan dei Bin Laden: una vita in una gabbia d’oro, fornita di ogni lusso, anche il più incredibile, ma povera di libertà.
Rimarrebbe deluso chi cercasse in questo libro, scritto prima del tragico 11 Settembre, chissà quali rivelazioni sul famigerato cognato dell’autrice. In realtà Carmen non ha mai avuto molte occasioni di incontro con Osama, sia per la scarsissima partecipazione di lui alla vita familiare, sia per la regola fondamentale che voleva i contatti fra uomini e donne, anche se appartenenti alla stessa famiglia, ridotti all’essenziale, per non dire inesistenti. Ci racconta che Osama fosse venerato da fratelli e familiari quale importante membro della resistenza afghana, ma allo stesso tempo impedisse di dare da mangiare ai suoi figli con un “peccaminoso” biberon. Carmen non trovava giustificazione per questi atteggiamenti, ne’ per l’impossibilità delle donne di fare qualsiasi cosa senza il consenso di un uomo, ne’ per la necessità di coprirsi a qualsiasi sguardo che non fosse quello del marito. Malgrado la nascita di altre due figlie (la seconda non voluta da Yeslam), l’amore per il marito ha cominciato presto a sgretolarsi minando il suo matrimonio dalle fondamenta, fino a che i tradimenti di Yeslam non hanno messo la parola “fine” alla loro relazione, segnando al contrario l’inizio di una lunga e difficile causa di divorzio e di affidamento delle figlie. Carmen ha combattuto come una tigre per loro, che, al contrario di lei, non avevano scelto liberamente di vivere in Arabia Saudita ed è tornata a vivere con loro in occidente. Purtroppo, la donna è ben lontana dal sentirsi sicura e dall’avere archiviato il passato. Una testimonianza in prima persona che dà una prospettiva diversa del problema e che ci ricorda che, ricche o povere, signore o popolane, le donne, in certe realtà, sono soltanto schiave.
4 maggio 2011: Carmen bin Ladin è stata intervistata da Exit (La7), in seguito alla notizia dell’uccisione di Osama Bin Laden. Ecco il video dell’intervista:
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La storia vera di una donna occidentale che sposa un musulmano saudita. Ho trovato questo libro nella biblioteca comunale, e come altri libri del genere l’ho letto tutto di un fiato. Come previsto é la triste storia di una delle tante donne che sposano un musulmano.
Ne consiglierei la lettura, e una profonda riflessione, a tutte quelle donne che si accingono a compiere questo passo. Attenzione donne non é tutto oro quello che luccica!