Il viaggiatore incantato e altri racconti
- Autore: Nikolàj Semënovič Leskòv
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
Gli autori russi, nella letteratura come nella musica, vengono in genere percepiti come “cupi”, “pesanti”, nella migliore delle ipotesi “malinconici”. E’ sicuramente vero che la letteratura russa non prescinde da una forte vena malinconica di fondo, che imposta ogni racconto, ogni storia, sul binario lento e ovattato del rimpianto e, per così dire, della rassegnazione alla vita che trascina con sé ogni nostro giorno. Ogni regola ha, però, le sue eccezioni, e Nikolàj Semënovič Leskòv sicuramente ne rappresenta una. Molto meno conosciuto rispetto a suoi illustri connazionali, Leskòv si caratterizza per il suo mettere l’accento sull’azione più che sulla descrizione, e per la ricerca di un linguaggio meno colto, contaminato dalla parlata popolare, ricco di parole storpiate o inventate, che si adatta ai suoi personaggi molto più del parlar forbito. L’autore fa largo uso di soprannomi (il Pecorone, il Testone, il Guercio) e utilizza un’impostazione colloquiale che può, paradossalmente, risultare talvolta pesante nella sua alternanza di passato e presente anche nella stessa frase, usata per sottolineare la natura semplice e poco istruita del personaggio che sta raccontando la propria storia.
Altra caratteristica, non meno importante, della sua scrittura è la centralità della tematica spirituale. Leskòv parla della religione praticata e vissuta dal popolo in modo cieco e al limite della superstizione, ma sinceramente e con semplicità. I suoi popolani si abbandonano alla devozione con ogni parte del proprio essere, annullando sé stessi, pronti a morire o a compiere imprese apparentemente impossibili per salvare un’icona che essi venerano in modo assoluto e totale.
Malgrado, però, quella religiosa sia la sua tematica dominante, essa ha poco o niente a che vedere con il suo racconto più celebre, inserito in questa antologia: “La Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, che ha ispirato l’omonima opera lirica composta da Šostakovič. La trama è classica, e ricorda centinaia di romanzi e racconti basati sul tradimento femminile: la moglie ricca e annoiata che tradisce il marito con il servitore, arrivando a uccidere sia il consorte che il suocero con la complicità dell’amante, e che rimane ella stessa vittima del disamore di quest’ultimo, fino a morire violentemente durante la deportazione. Quello che affascina veramente è la passione che l’autore ha infuso nel personaggio, incredibilmente vivo e sanguigno, e nelle scene di seduzione. D’altronde, queste caratteristiche non si limitano certamente al racconto citato: la caratterizzazione e la vivacità dei personaggi principali sono presenti in ciascuna delle storie che Leskòv ci racconta. Quanto alla seduzione, se ne trova un altro esempio magistrale nel racconto che dà il titolo all’antologia, quando il protagonista si ritrova, insieme a una folla di uomini, incantato dal canto di una zingara che prosciuga le loro finanze poco alla volta, biglietto dopo biglietto, ubriacandoli di note e movenze.
Ben presente, in Leskòv, è anche il riferimento alla tradizione orale e alle leggende del suo popolo, come nel “Mancino”, o addirittura ai fatti di cronaca (la stessa “Lady Macbeth”). Ne nascono sei storie, alcune corte, alcune lunghissime, che hanno talvolta la connotazione di una favola, talaltra quella di un romanzo rosa o di un racconto di avventure. Sei racconti molto diversi fra di loro, ma tutti, allo stesso modo, capaci di trasportarci in un mondo lontano, sconosciuto, quasi incantato.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il viaggiatore incantato e altri racconti
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