Il viaggio della strega bambina di Celia Rees

Il viaggio della strega bambina è un viaggio indietro nel tempo e precisamente al tempo della Caccia alle streghe. Grazie a una scrittura elegante e raffinata Celia Rees con questo romanzo ci porta indietro al 1600, quando in Inghilterra aveva ripreso vigore il movimento contro tutti quelli, specialmente donne, che in un qualche modo venivano (nella maggior parte dei casi in modo sommario e ingiusto) accusati di stregoneria.

Proprio dalla Gran Bretagna ha inizio questa storia che narra, in forma di diario, le vicende di una ragazza che, rimasta praticamente orfana, si ritrova costretta a partire per il nuovo continente alla ricerca di una nuova vita. Si aggrega così a una comunità di puritani, ma presto scoprirà che non basta cambiare posto per cambiare modo di pensare e agire.

La giovane Mary arriva a Salem intorno al 1660, quindi prima che abbia luogo il primo processo per stregoneria nel 1692, ma i presupposti per quello che da lì a qualche anno succederà ci sono tutti. Le nuove comunità infatti riprendono lo schema che hanno lasciato in patria e il reverendo, oltre all’autorità religiosa, ufficiosamente si veste anche di quella civile, comandando di fatto su tutti e condannando qualsiasi cosa, secondo la sua formazione religiosa, è contro la legge di Dio.

Mary incarna meglio di chiunque altro nella comunità lo stereotipo di strega. Infatti questa “prerogativa” era più di alcuni che di altri. Mary era una donna, orfana, dalle origini sconosciute, con una forte personalità e una forte coscienza. In più era stata in qualche modo adottata da una donna che aiutava a partorire e a curare con le erbe. Tutte queste erano caratteristiche che mal si conciliavano con quello che per i tempi era considerato rispettabile, caratteristiche che in fondo facevano paura e che, quando le cose generalmente volgevano al peggio, erano le prime a essere additate.

Un libro storico, senza dubbio, che mette in evidenza

• 1) quanto l’ignoranza e la superstizione possano indurre a comportamenti assurdi,
• 2) quanto la paura del diverso e dell’inafferrabile porti alla sommaria condanna di gruppi di persone,
• 3) quanto questi gruppi di persone spesso si identificano con gli indifesi o ai margini della società o che escono dagli schemi.

Come molti libri storici che trattano temi socio-culturali anche questo è un libro attuale (oltre al fatto che proprio il termine “caccia alle streghe” è diventato un modo per definire la paura isterica e pregiudizievole verso un nemico, percepito tale) e che ci dovrebbe far riflettere e farci capire che la libertà di coscienza è stata ed è una grande conquista.