Imparare a pregare nell’era della tecnica
- Autore: Gonçalo M. Tavares
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2011
Gonçalo M. Tavares, considerato dalla critica come la rivelazione della narrativa portoghese, ha ricevuto numerosi premi importanti, tra cui quello per il miglior libro straniero in Francia nel 2010 appunto con Imparare a pregare nell’era della tecnica che è ancora in corso di pubblicazione in più di quaranta paesi. In Italia è stato edito da Giangiacomo Feltrinelli Editore nel novembre 2011.
Un’opera di grande spessore intellettuale che affronta temi molto importanti che riguardano il genere umano come il potere, la paura, il desiderio e la decadenza, temi sicuramente non facili da trattare in un’opera che ambisce ad avere una tiratura internazionale.
Quello che si evince con piacere tra queste righe è la straordinaria capacità del nostro autore di sgretolare concetti rilevanti per poi ricomporli modellandoli con una lucidità forte, a tratti anche inquietante, che denota non solo una grande padronanza della lingua ma anche una chiara visione della condizione umana. Non è importante il dove o il quando: tutto si concentra sul perché offrendoci numerosi spunti di riflessione, squarci profondi all’inerzia in cui versa la società odierna che procede esclusivamente su automatismi predefiniti, e per farlo si serve della vita e della morte del suo personaggio principale, Lenz Buchmann.
Lenz Buchmann riceve un’educazione molto severa da un padre militare freddo e senza scrupoli per cui tutta la sua esistenza è strutturata su una concezione della vita alla stregua di un soldato sul campo di battaglia. Egli è affascinato e si identifica in tutto ciò che ha un carattere dominante, odia di conseguenza, fino ad umiliarle, le persone che non posseggono tale carattere e che si predispongono naturalmente all’asservimento del potere. Diventa un affermato chirurgo, professione che esercita brillantemente perché in fondo stimola la sua vena da combattente: la malattia costituisce il nemico, il corpo il campo di battaglia sul quale deve, di volta in volta, applicare un’adeguata strategia militare. Ai funerali del fratello, del quale non ha mai avuto una grande stima al punto da non considerarlo mai veramente un Buchmann, egli, in presenza di notabili della città, scopre il fascino del potere e capisce in quel momento che lascerà la sua professione per dedicarsi interamente alla politica, convinto che il suo destino è quello di governare. Da quel momento, ammaliato dal fatto che ogni sua azione non cambierà più il destino di una sola persona ma quello di una moltitudine, egli inizia una scalata che lo porterà ai vertici del partito. Se i caratteri della forza, del controllo e della bramosia di potere connotano la prima parte della narrazione, ben diversa è la seconda, nella quale il nostro protagonista dovrà abbandonare le sue ambizioni per affrontare un terribile nemico.
Un’opera forte, incisiva, destinata ad essere ricordata per molto tempo. Buona lettura.
«La morale della macchina si riversa sulla società e sulle aziende. Apprezziamo la gente che si comporta come macchine. Ciò è inquietante, perché la macchina non ha mai mal di stomaco o la luna storta. Oggigiorno, il lavoratore modello è una macchina. Abbiamo sognato di una macchina che ci liberasse ma per quanto riguarda il lavoro, la macchina non ha permesso agli uomini di essere più creativi. Ha semplicemente sostituito gli uomini, che si sono così ritrovati senza lavoro» (G.M.Tavares).
Imparare a pregare nell'era della tecnica. La posizione nel mondo di Lenz Buchmann
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