Imperatrice di Paul Sulitzer

Un grande ritorno. Lo scrittore francese Paul Sulitzer nelle pagine de L’imperatrice (Sperling & Kupfer, 1998, trad. M. Aboaf) ci propone una nuova avventura della sua protagonista.

Ritorna Hannàh, l’eroina creata dalla sapiente penna di Sulitzer.
A venticinque anni la nostra possiede un impero che per molti è difficile anche solo immaginare.
In Europa è lei a dettar legge, nel campo della cosmetica.
E negli Stati Uniti? Ecco la sfida che cercava.
Hannàh giunge nella Grande Mela e inizierà subito a darsi da fare, per conquistare quel nuovo mondo.
Conoscerà i più illustri maestri del novecento, da Freud a Rockefeller, e non si lascerà intimorire da tutta quella grandezza.
Perché lei non è da meno.
E l’amore?
Taddeuz sembra essere la risposta alla ricerca del sentimento motore del mondo.
Ma, si sa, il destino è sempre in agguato.
Un duro colpo l’aspetta al varco e lei non potrà far nulla, per evitarlo.
Riuscirà a rialzarsi o questa volta la cattiva sorte l’avrà vinta?

Paul Sulitzer torna con il ritratto di una Donna. E la d maiuscola non è un errore di battitura.
Un romanzo fastoso e crudele, una storia potente e reale che ci entrerà dentro con una facilità disarmante, conquistandoci e spiazzandoci al tempo stesso.
Pagine che non hanno risentito minimamente del peso degli anni, conservando ogni stilla di potere. Ed è questo ciò che accade quando ci troviamo davanti a un buon libro.
Un libro reso tale da personaggi sapientemente dettagliati che sentiremo come amici. O come antagonisti, a seconda dei casi.
Aggiungiamo uno scenario evocativo, descrizioni minuziose ma non pesanti e dialoghi puntuali: ecco il quadro completo della situazione.
Un quadro meraviglioso e affascinante ma anche doloroso, se lo guardiamo nel suo insieme.

Pagine dedicate agli inguaribili romantici, a chi crede che l’amore debba vincere sempre e comunque.
Ma anche a chi è disilluso verso questo nobile sentimento o, semplicemente, a chi vuole uscire dalla grigia routine per qualche ora.
Tornando alla cosiddetta realtà con più carica o magari come era prima, chi può dirlo?
Magari qualcosa è cambiato, dentro noi, e non ce ne siamo resi conto.
La grande forza dei libri: possono donarci tante cose e magari ce ne renderemo conto solo dopo qualche tempo…