Inferno
- Autore: Dan Brown
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
"Il mio dono è il futuro.
Il mio dono è la salvezza.
Il mio dono è l’inferno."
Benvenuti nell’Inferno secondo Dan Brown che, nel suo ultimo romanzo pubblicato dalla Mondadori, ci mostra come il futuro possa essere salvato prendendo ancora una volta in mano il passato.
Questa volta non si tratta di Opus Dei, né di Illuminati, ma bensì di un mistero da svelare al mondo intero per evitare che l’inferno salga sulla terra. Proprio l’inferno, così come ce lo racconta il grande Dante Alighieri, che per primo ha abilmente cantato nei suoi gironi e nelle sue bolgie sovraffollate i grandi peccati che hanno macchiato e sempre macchieranno l’animo umano.
E’ così che tra le strade di Firenze, le cupole e le chiese, Dan Brown ci prenderà per mano mostrandoci quanti segreti e simboli si celino nelle mura e nell’arte che rappresenta la nostra storia. L’immancabile protagonista è Robert Langdon, che da ottimo storico conosce Dante, adora l’inferno dantesco e conosce alla perfezione la città di Firenze. Purtroppo l’inizio del romanzo non è dei più felici per lui, perché lo troviamo disteso in un letto di ospedale alle prese con una ferita alla testa di cui non ricorda nulla a causa di una grave amnesia. L’unica cosa di cui si rende subito conto è di essere braccato da qualcuno che vuole ucciderlo...
Come in tutti i romanzi di Brown, anche qui non manca la Langdon’s girl, che in questo caso veste i panni di una giovane infermiera che si dimostrerà un prezioso aiuto soprattutto nel cercare e trovare vie di fuga nella bellissima e pericolosa città fiorentina. Il nemico da cui fuggire e nello stesso tempo contro cui combattere è uno scienziato la cui presenza permette allo scrittore di mescolare insieme alla ormai affermata venatura gialla dei suoi romanzi, anche un pizzico di fantascienza. All’uomo infatti viene affidato il compito di salvare il mondo attraverso la diffusione di un veleno mortale chiamato la Peste Nera, che dimezzerà di un numero ben preciso l’intera popolazione mondiale.
Tra fughe, simboli da decifrare, mappe da seguire e folli da fermare, il compito del nostro amato Langdon è sempre lo stesso: salvare il mondo dall’imminente baratro. Questa volta le cose sembrano più difficili perché il confine tra male e bene diventa ancora più sottile e sembra quasi che l’unica soluzione per sradicare il male dalla sua radice sia usarlo per raggiungere un bene superiore. Lo stesso Dan Brown sostiene che non c’è alcun richiamo religioso nel suo romanzo, ma esiste una morale che coincide con l’intento di attirare l’attenzione su un problema molto grave che è la sovrappopolazione.
Molti si sono chiesti se il titolo del romanzo sia una scelta pubblicitaria o se effettivamente rifletta il contenuto del testo e in effetti, leggendo l’opera, qualche dubbio viene. Intitolare un libro con il nome di una delle cantiche più famose e amate di Dante lascia perplessi, soprattutto quando ci si rende conto che dell’inferno dantesco c’è ben poco, mentre invece c’è una lunga e accurata descrizione della città e dei luoghi artistici di Firenze, a tal punto da chiedersi, in vari momenti della lettura, se tra le mani si abbia un libro o una guida turistica. Per noi che siamo italiani è certamente positivo un richiamo tanto forte per la nostra letteratura e per la nostra Italia e quindi è giusto riconoscere all’autore il pregio di aver scelto questo titolo e questa ambientazione con
“la speranza che questo libro ispiri il pubblico a scoprire e riscoprire Dante”.
Infine, a proposito di simboli, vale la pena evidenziare che anche la data di uscita del romanzo non è casuale. Il 14/05/13 è l’anagramma numerico di 3,1415, ossia il valore approssimato di pi greco, proprio perché lo stesso Dante ha diviso l’Inferno in cerchi concentrici di cui pi greco costituisce la pista per misurarli. L’antagonista di Langdon sostiene di donare al mondo l’Inferno, ma dopo la lettura del romanzo vi renderete conto che quell’Inferno è fatto di inchiostro e di carta e parla di Dante, così come parla dell’Italia stessa, dei peccati verso cui tutti gli uomini sono irrimediabilmente attratti ed è il dono che Dan Brown ha scelto di fare a noi, a tutti, al mondo intero, forse prima di quella che sarà la vera fine.
“Poi sussurro il mio ultimo amen. E faccio il mio estremo passo nell’abisso.”
Inferno
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Segnalo che a pagina 83 c’è un refuso nella versione Kindle
"Nielli" anziché Nicelli
Inoltre non è assolutamente vero che le grandi navi sono in coda in Bacino S Marco a Venezia a tutte le ore del giorno e della notte.
Oggi 16 giugno 2013 su La Nuova c’è una intervista al proto della basilica
Di S Marco arch Ettore Vio, compiaciuto per la citazione, ma che nega la ricerca di informazione sul Doge Enrico Dandolo.
Dan Brown ci regala ancora un bellissimo thriller pieno di suspince, mistero e avventura.
Il protagonista che ci accompagna in questa nuova storia è il nostro amato Robert Langton, il professore di simbologia che ci ha catturato anche in altri romanzi di Dan Brown.
Robert Langton si sveglia in un letto d’ospedale con una ferita d’arma da fuoco alla testa, i vestiti pieni di sangue sulla sedia e in una città molto lontana dal Massachusets. Firenze, città italiana ricca di patrimoni artistici, è il posto in cui viene incentrato il romanzo, la città amata da Dante Alighieri. Ed è proprio l’Inferno di Dante il fulcro del romanzo.
Il professore non ricorda come sia finito a Firenze e nemmeno perchè stanno cercando di ucciderlo, ma quando si trova nuovamente in pericolo, sarà la dottoressa Sienna Brooks ad aiutarlo.
Un sogno ricorrente porta il professore a cercare delle risposte a Palazzo Vecchio.
"Cerca Trova".Nel sogno una donna gli ripete queste parole e lo sfondo del sogno sembra proprio l’Inferno di Dante. Per giungere alla soluzione del mistero, Robert Langton passerà attraverso gli enigmi nascosti nelle opere e troverà passaggi segreti. Molti saranno i pericoli e le disavventure che dovranno affrontare i nostri protagonisti per trovare la verità.
Un romanzo molto intenso e avvincente, dove la letteratura e l’arte si si mescolano diventando l’uno parte dell’altro e catturando il lettore sin dalle prime pagine.
Robert Langdon il professore di Harvard, esperto di simbologia religiosa, personaggio a cui Dan Brown ci ha fatto affezionare con la sua giacca H. Tweed e l’orologio di topolino, anche in questo romanzo è l’unico che può condurci alla risoluzione del giallo.
I romanzi di Dan Brown non sono solo mistero, avventura, suspense, ma anche e soprattutto viaggio.
Viaggio e scoperta di aneddoti storici e artistici che si intrecciano con trame inventate appassionando il lettore senza mai stancarlo.
Inferno è una corsa contro il tempo, per le vie di Dante, nella sua Firenze, e poi ancora nella città dei dogi fino in Turchia al Palazzo sommerso di Istanbul. Inferno è un buon romanzo che pur partendo da un’ epoca lontana qual’è quella di Dante Alighieri, offre spunti di riflessione su temi attuali come quello della sovrappopolazione del pianeta.
Bravo Dan Brown, ottima penna, mai deludente.