Insegna Creonte
- Autore: Luciano Violante
- Genere: Politica ed economia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2021
Seguendo il filo dello scontro tra Creonte e Antigone Luciano Violante nel volume Insegna Creonte (il Mulino, 2021) argomenta sul fatto che spesso molti uomini politici perseguono obiettivi giusti in modo sbagliato.
Lasciamo al lettore il piacere di rievocare le vicende della tragedia di Sofocle che l’autore traccia con le similitudini che da essa ne trae con la politica italiana per comprendere i travagli del re di Tebe, che esercita un potere che si autodistrugge perché si ritiene illimitato.
A noi il compito di ritrovare nelle pagine quei riferimenti metaforici che ci aiutano a capire le dinamiche partitiche che hanno sempre travagliato il nostro paese e così come Creonte ritrovare la tragicità dell’esercizio del potere quando il leader diventa prigioniero della propria arroganza.
Le doti essenziali di un politico – afferma Violante nel 1° capitolo – sono la Conoscenza, il Rispetto e il Coraggio. La Conoscenza si fonda sullo studio e sull’ascolto e non certo sulle convinzioni ideologiche o presunzioni pregiudiziali. La Conoscenza che se non si accompagna al Rispetto del valore delle istituzioni e del valore degli altri è solo presunzione; il Coraggio è quando si assumono decisioni che si teme possano produrre effetti controproducenti, ma che privilegiano il valore della pacificazione al conflitto.
Interessanti le sue considerazioni sul significato che la politica debba impegnarsi a orientare positivamente la società, e farsi guida dell’opinione pubblica. Se si assumono comportamenti politici sguaiati o aggressivi non possiamo attenderci comportamenti rispettosi delle istituzioni da parte dei cittadini.
In questa affermazione riconosciamo quanto abbiamo vissuto nell’ultimo decennio con la nascita di personaggi politici che con il turpiloquio o l’aggressività hanno diseducato il cittadino, indirizzandolo al disprezzo delle istituzioni e alla sfiducia verso i politici considerati responsabili di tutti i mali del mondo.
Violante ripercorre le fasi politiche che videro protagonisti politici italiani che hanno fatto la storia di una democrazia come quella italiana dal dopoguerra a oggi travagliata dal conflitto: dalla tragica vicenda di Aldo Moro alla caduta altrettanto funesta di Bettino Craxi, che, come Creonte, si accorge troppo tardi dell’errore.
A proposito della politica contemporanea dice che negli ultimi vent’anni il conflitto politico, più che un carattere bellico, ha assunto un carattere ludico, come se la posta in gioco fosse solo la vittoria sull’avversario e non anche il governo del paese.
All’elettore non si presenta un programma, ma la soddisfazione di aver vinto, o se si perde la promessa della prossima vittoria, perché la competizione è per chi vince, non per chi governa: non più la politica come guerra, la politica come gioco.
Tutto questo perché la nuova classe dirigente è entrata senza storia e senza esempi nell’agone politico, leader volgari hanno fatto crescere la volgarità complessiva della nazione e leader che facevano professione di razzismo hanno fatto emergere diffusi comportamenti razzistici.
Ma si sa che la ragione da sola non parla alle masse, essa è convincente solo se capace di suscitare emozioni. Una vita politica senza conflitti non è auspicabile. La pluralità delle opinioni costituisce l’in sé della democrazia. Ne derivano il dissenso, la critica, l’opposizione, il conflitto.
Esempio ne sono le frequenti crisi di governo e le elezioni regionali, i referendum abrogativi e istituzionali che hanno diviso il paese negli ultimi vent’anni per ben trentaquattro volte. Il paese è agitato da una permanente campagna elettorale, nella quale risulta prioritario non cosa fare, ma contro chi schierarsi.
Violante riconosce però che essere classe dirigente è una delle più gravose responsabilità in una democrazia che deve essere in grado di superare le proprie lacerazioni:
“Non è possibile chiedere alla società di rispettare le regole se la politica non si dà regole, non è possibile invocare unità usando parole di divisione, non è possibile progredire sulla strada della democrazia in definitiva senza riconoscere il valore dell’altro”.
Nella postfazione Violante ricorda momenti della sua vita da giudice, riflettendo sul concetto di errore politico e giudiziario.
Insegna Creonte. Tre errori nell'esercizio del potere
Amazon.it: 11,40 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Insegna Creonte
Lascia il tuo commento