Isole senza mare
- Autore: Antonella Cilento
- Anno di pubblicazione: 2009
L’autrice di questo complesso e articolato romanzo che definirei storico ci accompagna lungo un itinerario mediterraneo, a cavallo tra due secoli, seguendo le storie di alcune donne, due in particolare, che nella ricostruzione in larga parte fantasiosa, si avvicinano alle loro vere antenate.
Incontriamo così la piccola Aquila, in un paesino dei Pirenei, nel 1827: la sua famiglia, di nobiltà decaduta, deve abbandonare la Spagna per un rigurgito di antisemitismo che potrebbe esserle fatale e dopo varie peripezie raggiunge Roma. La città papalina offre rifugio agli spagnoli esuli in via Margutta, ma presto la morte precoce dei genitori e la miseria estrema porteranno la giovane bellissima Aquila alla perdizione. Dopo aver subito uno stupro da parte dello zio che fingeva di aiutarla, non le resta che la prostituzione. Eccola quindi in un bordello romano a prendere lezioni dalle tollerate, come si chiamavano allora queste donne sfortunate, fino all’incontro con il marchese Gianpietro Campana, collezionista, antiquario, rampante personaggio reale della Roma pontificia, che le cambierà la vita fino al tragico e patetico finale.
In parallelo corre la storia di Nina e Maddalena, nonna e prozia dell’autrice.
Tra l’isola della Maddalena e Napoli si dipana la vicenda tristissima di queste donne, nate negli anni 20 del secolo scorso, assetate d’amore, ma costrette, soprattutto Nina, ad una solitudine affettiva e sentimentale che sarà loro fatale. La mancanza d’amore, la privazione della maternità, la tracotanza dei maschi, la violenza sociale nei confronti delle donne, allora ed ora, sembrano essere il filo rosso che lega vicende lontane nel tempo ma inevitabilmente simili. Accanto alla descrizione di paesaggi marini, deserti cittadini, montagne desolate, salotti mondani, caffè e musei affollati di viaggiatori in cerca di tesori, quello che più colpisce in questo libro colorato e profumato di mare è la ricostruzione colta e minuziosa della società romana a cavallo dell’unità d’Italia, così poco frequentata dalla narrativa: il personaggio di Campana, ci apre degli squarci politici sulle posizioni tenute da quanti si trovarono a scegliere tra la fedeltà al Papa e le nuove idee mazziniane e garibaldine.
La descrizione accurata di ambienti e personaggi ci consegna uno spaccato sociale di estrema miseria, fisica e morale e ci suggerisce una riconciliazione nei riguardi del processo risorgimentale, oggi così nuovamente discusso. Ottima la capacità di scrittura di Antonella Cilento, colta ma mai pedante, leggera anche nelle vicende più turpi e violente che ci presenta nella lunga narrazione.
Isole senza mare
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