Lisario o il piacere infinito delle donne
- Autore: Antonella Cilento
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
Pubblicato da Mondadori nel 2014 e tra i 12 candidati al Premio Strega 2014, Lisario o il piacere infinito delle donne di Antonella Cilento sarà mercoledì 30 aprile il libro del giorno a Fahrenheit, Radio 3 (ore 17:30).
Il grande barocco napoletano, i pittori, la fame, la peste, la rivoluzione, i colori, gli odori, la miseria, le superstizioni, la paura del vulcano e dei terremoti, tutto è condensato nella narrazione con la quale Antonella Cilento dipinge un grande affresco al cui centro pone la città di Napoli e una giovane donna, Bellisaria Morales detta Lisario, che diventa un’icona della condizione femminile in un tempo, il primo Seicento, nel quale la femminilità era esaltata solo per le sue qualità fisiche: per il godimento sessuale degli uomini e per la riproduzione della specie. Per il resto le femmine dovevano essere mute e muta sarà Lisario, figlia del comandante della guarnigione spagnola di stanza nel castello di Baia presso Pozzuoli, Don Ilario Morales che insieme alla moglie Dominga decide di dare in sposa ad un "vecchio bavoso e gottoso" la giovanissima unica figlia, menomata da un’improvvida operazione che le ha reciso le corde vocali. La ragazza come risposta a simile crudele imposizione si addormenta e giace per mesi in un letto, accudita da servette fedeli che la nutrono, la lavano, la curano come una bambola muta e silente, senza che nulla riesca a risvegliarla.
Entra in scena un medico spagnolo, Avicente Iguelmano, che pur di ottenere incarichi e riconoscimenti presso il Vicerè accetta l’incarico ingrato di risvegliare la bella dormiente. Ricevuto al castello, prova tutti gli espedienti finché attratto dalla sensualità emanata dalla ragazza esanime prova su di lei giochi erotici sempre più spinti, ai quali, imprevedibilmente, la ragazza risponde, pur dormendo. L’esperienza sconvolgente costringe il medico a lasciare l’incarico, ma solo dopo pochi giorni verrà convocato di nuovo al castello con la notizia che Lisario si è risvegliata e per gratitudine i genitori gliela offrono in sposa.
Da qui parte la trama, sempre più complicata da colpi di scena, da avvenimenti pubblici e privati che coinvolgono i numerosi personaggi che Antonella Cilento costruisce con grande abilità di narratrice. La Napoli dei palazzi nobiliari, delle prostitute, dei lazzari, dei procacciatori di prostitute, maschi, femmine ed ermafroditi, di sedicenti rivoluzionari che culminano nella figura adombrata di Masaniello e dei suoi miserabili seguaci, e ancora artisti di piccolo e grande livello, tra cui emerge il grande Ribera, fanno da sfondo alle storie nelle quali si perdono e si ritrovano i vari personaggi del romanzo.
Lisario è la donna del mistero: all’insaputa di tutti sa leggere e scrivere; le sue lettere sono indirizzate alla Madonna, che lei invoca come Suavissima madre, alla quale confida i suoi più intimi segreti, compresi quelli che hanno a che fare con la sua sessualità, l’autoerotismo a cui la costringe il marito e più tardi la vera passione per l’artista ebreo francese Colmar, il padre di sua figlia. Dunque Lisario è una vera letterata che si nutre di Shakespeare e di Cerventes, di Ludovico Ariosto, di Dante e Boccaccio: la novella di Nastagio degli Onesti e l’Otello sono le sue letture preferite e questo sarà la sua condanna. Il marito, infatti, la perseguiterà dopo aver compreso che Lisario è una donna mentalmente libera, capace di addormentarsi per sfuggire ai suoi carcerieri, di dedicarsi alla scrittura come strumento di liberazione, di autosoddisfarsi sessualmente, levando all’uomo tutti i suoi poteri di oppressione secolare. Malgrado le sue ricerche pseudo scientifiche sulla sessualità femminile, il povero Avicente sempre più frustrato non riuscirà a venire a capo del "piacere infinito" che le donne possono procurare a loro stesse facendo a meno dei maschi.
"Se è così, tutte le donne ci raggirano e dunque Dio ci raggira attraverso di loro. O è Satana a farci questo? Se, come credono in molti, le donne non hanno un’anima sensibile, ma entrano ed escono dal piacere non diversamente che gli animali, essa sarà terreno fertile per il male, ma la scienza insegna di restare alle osservazioni. Dunque sto osservando un dispetto divino?"
Antonella Cilento fa parlare molti personaggi minori in una lingua napoletana arcaica ma piena di sonorità e di fascino, che contribuisce alla creazione di quell’affresco che conosciamo attraverso le tele di Caravaggio di cui numerosi sono gli allievi e gli epigoni che popolano la città partenopea negli anni in cui il romanzo è ambientato.
Pesci e frutti, la gabella sui generi alimentari dei poveri, il putridume delle fogne a cielo aperto, l’interno di chiese e di teatri, sogni che sembrano realtà, tutto il repertorio dello scenario seicentesco viene raccontato con tecnica precisa, linguaggio fortemente espressivo, un’intensità di chiaroscuri nella descrizione dei personaggi che sembrano comparire dinanzi al lettore con prepotenza: penso all’elegantissimo pittore omosessuale suo malgrado, dal cappello piumato e dai lunghi capelli biondi, l’olandese De Sweerts, che insegue il suo amato Colmar da Roma a Napoli, ponendosi al centro di intrighi fino al delitto, quando lo ritrova tra le braccia della piccola Lisario che aspetta un figlio da lui.
Il lieto fine, dopo la lunghissima narrazione, ricompensa il lettore che talvolta sembra perdersi nelle pieghe romanzesche di un libro bello e ricco, anche se, talvolta, volutamente credo, un po’ ridondante.
Lisario o il piacere infinito delle donne
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