Jane Austen Book Club
- Autore: Karen Joy Fowler
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2015
Lo dimostra in pieno “Jane Austen Book Club” (Neri Pozza, 2015). Ognuno ha una sua Jane Austen così recita nell’incipit dell’ultimo romanzo di Karen Joy Fowler che vede protagoniste cinque donne, Bernardette, Prudie, Sylvia, Jocelyn, Allegra e un uomo Grigg. Tutto nasce un giorno quando Sylvia disperata si reca dalla sua amica Jocelyn e le racconta che il marito dopo trentadue anni di matrimonio ha deciso di abbandonarla. Jocelyn detto fatto decide di fondare un club di lettura e di scegliere un autore: e chi se non la scrittrice per eccellenza dell’amore, sull’amore e intorno all’amore, Jane Austen. Al club, oltre Jocelyn la fondatrice e Sylvia la prima ad aderire, si aggiungono: Allegra, figlia dichiaratamente lesbica di Sylvia; Prudie, una giovane insegnante di francese appena sposata; Bernardette, una simpatica vecchietta che sull’amore può dire la sua e Grigg, l’unico uomo del club, scapolo, tenebroso. Ognuno dei sei personaggi deve scegliere un romanzo della Austen da leggere e discutere. Si propone subito Bernardette che indica il romanzo più noto dell’autrice dello Hampshire,“Orgoglio e Pregiudizio”. Il dilemma però è se sia giusto
“propinare un tipo sexy come Darcy a una che è appena stata piantata come Sylvia?”
Nel corso dei sei mesi seguenti i sei personaggi si incontrano, e prendono in considerazione i sei romanzi della Austen:
“Emma, Ragione e sentimento, Mansfield Park, L’abbazia di Northanger, Orgoglio e pregiudizio, e Persuasione”
I protagonisti del club di Jane Austen partendo dai romanzi della Austen, o meglio usando questa come ottima scusa, rivelano in maniera catartica alcuni spiacevoli incidenti che li hanno segnati profondamente nella loro vita : Jocelyn, che ha organizzato il club e non si è mai sposata, racconta di un episodio sessuale umiliante che ha avuto luogo quando aveva 15 anni; Prudie, una vera devota della Austen, narra di un crudele incidente di nonnismo che ha subito quando era al liceo; Sylvia chiaramente si sfoga parlando del suo imminente divorzio; la figlia Allegra le rinfaccia un vecchio incidente accaduto quando aveva quattro anni, rivela la sua omosessualità e il suo rapporto contrastato con una certa Corinne; Grigg, il bel quarantenne scapolo con le ciglia troppo lunghe e fitte per un uomo, si presenta al primo incontro con tutta la produzione della Austen, nascondendo sin da subito il suo non accettarsi come persona; l’unica che forse non scambia gli incontri di lettura per sedute psicanalitiche è la vecchia e buona Bernardette, che è stata sposata più volte, i suoi consigli però sono faticosi da digerire. La particolarità del romanzo della Fowler è una strana narrazione in prima persona, il narratore non è sempre lo stesso e non si presenta e così è il lettore che deve evincere di quale dei sei personaggi si tratti. Ne viene fuori una narrazione a monologhi paralleli che si intrecciano drammaticamente tra di loro e questo credo sia stato il successo dell’autrice sulla scena letteraria americana. Successo che ha convinto Robin Swicord a scrivere una sceneggiatura e dirigere un film dal titolo italiano ”Il club di Jane Austen”. Dobbiamo però essere onesti e dire che non c’è traccia dell’ironia, dell’arguzia, della parodia, di quello che gli inglesi chiamano wit di una delle più grandi autrici del diciannovesimo secolo in “Jane Austen Book Club” di Karen Joy Fowler.
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