Julienne. Il sottile filo del passato di Mariel Sandrolini

In “Julienne. Il sottile filo del passato” (Giraldi Editore, 2015) di Mariel Sandrolini Enrico, nel 1937, ha solo sette anni quando il suo papà, di idee socialiste, è costretto dagli eventi a rifugiarsi in Corsica, lasciando a Bologna la moglie e la sorellina più piccola, Alma. Vito Trebbi, antifascista mai piegatosi alle regole del Duce, di mestiere fa il calzolaio e la sua è una famiglia molto unita, prima di partire promette loro che non è un abbandono e che ben presto saranno di nuovo uniti. Julienne ha il volto di una donna indimenticata, bella e dagli occhi azzurri, al centro della vita di Enrico, voce narrante, la cui vicenda affiancherà la storia di una famiglia e le sue vicissitudini, tra dolori e speranze, dal 1937 al 1968, dagli anni più bui del fascismo alla ripresa economica di un Paese uscito dalle macerie di una guerra devastante.

“L’ho cercata per anni, Julienne, in ogni volto di donna che incontravo o dove ne scambiavo la sembianza.”

Una storia vera, scritta al maschile, con grande partecipazione e profonda intensità. Un romanzo davvero delicato e ricco di sentimenti che racconta la vita dei protagonisti in maniera coinvolgente, da leggere assolutamente.

Mariel Sandrolini è una scrittrice bolognese che ha al suo attivo numerosi pubblicazioni. Nel dopoguerra fu protagonista, insieme alla sua famiglia, di un tragico evento che l’ha segnata profondamente. Cresciuta in collegio di suore ha iniziato a scrivere da bambina, nella sua carriera di autrice ha vinto numerosi premi.
Nel 1937 diversi rifugiati politici italiani trovarono ospitalità in Corsica, tra cui Vito, dopo pochi mesi la famiglia lo raggiunse a Bastia.

“Il vento dolce e secco dell’isola scalfiva i nostri volti. Il sole stava salendo e mio padre ed io camminavano a fianco a fianco … quel paesaggio come un semplice respiro cambiò il suo aspetto. Mentre noi si saliva, il mare si allontanava gradatamente.”

Non fu facile per gli italiani risiedere nell’isola: per i francesi gli esuli erano fascisti usurpatori e per questo non graditi, Enrico, all’epoca undicenne, e la piccola Alma, erano vittime di insulti e lanci di sassi tutte le mattine quando andavano a scuola, costretti a passare davanti a l’école francaise. Fu proprio una mattina di queste che intravide, tra gli alunni della scuola francese, la dolce Julienne, “bella da togliere il fiato”, capelli neri che scendevano sulle spalle, la pelle color pesca e due grandi occhi azzurri “che accendevano il cielo”. I due giovani ragazzi trascorreranno il loro tempo sempre insieme, tra giochi e corse sulla spiaggia, un legame unico e magico che li avrebbe uniti per sempre.

“Furono i mesi più belli e spensierati della mia vita in Corsica. Lei mi insegnava il francese, io viceversa. Gli abituali pomeriggi all’insegna dell’allegria riempivano il trascorrere delle ore. Il nostro rincorrerci lungo le spiagge, con i piedi nudi sulla battigia, arrampicarci sulle rocce e gettare i retini nell’acqua, con la speranza di pescare qualcosa, era fantastico.”

Con la rivendicazione fascista dell’isola, la famiglia Trebbi fu costretta a rientrare in Italia, a Bologna. Enrico visse quei giorni di paura con grande tormento: lasciò la sua adorata Julienne con la promessa di rivedersi presto. Il loro amore attraverserà, tra ricongiungimenti e separazioni, gli anni drammatici della nostra storia: le truppe d’invasione naziste, i bombardamenti, la resistenza partigiana. Anni di sofferenze, distruzioni, massacri e un Paese che desiderava, dopo la tragedia della guerra, dimenticare per ricominciare. Il volto di Julienne nel corso dei decenni rimarrà indimenticabile nel cuore di Enrico; l’amore cercato, rincorso, perduto,

“un intenso frammento d’amore sospeso tra ricordo e realtà.”

Una tenera ed intensa storia d’amore che percorre la nostra memoria storica ed emoziona profondamente il lettore che vive con passione, insieme al protagonista, l’attesa di un incontro.