Just Kids
- Autore: Patti Smith
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2011
“Era l’estate in cui morì Coltrane … i figli dei fiori levavano le braccia vuote e la Cina esplodeva l’atomica. Jimi Hendrix dava fuoco alla sua chitarra a Monterey … e in quell’estate mutevole, per nulla accogliente, un incontro casuale cambiò il corso della mia vita. Fu l’estate in cui incontrai Robert Mapplethorpe.”
Patti Smith e Robert Mapplethorpe si conobbero giovanissimi a New York sul finire degli anni sessanta. L’incontro di due giovani ragazzi con la speranza di diventare un artista lui e poetessa lei. Erano nati entrambi nel 1946 ed entrambi amavano l’arte, i libri e la musica. La loro storia d’amore e l’amicizia che continuò a tenerli uniti sono il tema di questo libro che la cantautrice ha voluto rendere pubblico mantenendo fede ad una promessa fatta a Robert, fotografo di fama mondiale morto di Aids nel 1989. Robert era un giovane rispettoso, garbato, schivo e amava Michelangelo. Sua madre sognava che entrasse in seminario, invece intraprese il corso di studi di grafica pubblicitaria, che il padre gli aveva imposto. La giovane Patti sognava New York e i suoi artisti. Amava leggere Rimbaud, Blake e Baudelaire, disegnare, scrivere poesie e ascoltare Bob Dylan.
“Non ero certo talentuosa, però avevo molta immaginazione. Saccheggiavo le biblioteche e i bazar della chiesa alla ricerca dei libri d’arte. Il desiderio di unirmi alla fratellanza degli artisti era grande: la fame, il modo di vestire … mi vantavo che un giorno sarei diventata la dama di un artista. Per la mia giovane mente non c’era nulla di più romantico. Mi immaginavo come Frida per Diego, entrambi musa e creatore. Sognavo di incontrare un artista da amare e da sostenere, col quale lavorare fianco a fianco.“
Gli inizi in una città dai grattacieli meravigliosi, monumenti allo spirito dell’America, non furono facili per entrambi. Inseparabili in una vita dallo stile bohemien, lavoravano come commessi nelle librerie, economizzando sulle paghe settimanali per poter acquistare i biglietti di ingresso ai musei o nuovi dischi, come fece Robert con Sympathy for the devil dei Rolling Stones, un regalo inatteso per Patti. Anni difficili vissuti in un appartamento a Brooklyn, all’inizio di St. James, ripulito e reso abitabile dalla incrollabile voglia di riuscire a farcela. Non avevano molti soldi ma erano felici, e una sera davanti al Whitney Museum nell’Upper East Side, Robert le disse:
un giorno entreremo insieme e le opere esposte saranno le nostre.
La loro storia d’amore affrontò ben presto momenti dolorosi. L’inquietudine di Robert era diventata fisica e non si placava, cresceva la sua insoddisfazione nei confronti delle sue opere e il suo comportamento era ormai conflittuale. Patty accettò con difficoltà le droghe e l’omosessualità del compagno e, nel comprenderlo, immaginò da subito che le loro vite avrebbero preso altre strade. Furono gli anni nei quali diventammo noi stessi, scrive l’autrice. Erano gli anni settanta, al Chelsea Hotel, un albergo eccentrico frequentato da artisti e attori provenienti da tutto il mondo. Erano gli anni dei grandi della musica: Janis Joplin, Neil Young, Roger McGuinn, Kris Kristofferson, Eric Andersen e tanti altri. Robert conobbe Sandy Daley, un’artista appassionata che aveva lavorato in Inghilterra e che gli fece conoscere Andy Warhol e la sua Factory. Patti lavorava come commessa e scriveva articoli per le riviste di musica rock, Circus e Rolling Stones, in un’epoca in cui il mestiere di giornalista musicale era un’attività nobile. Aveva inoltre acquistato una chitarra usata, una Gibson nera modello del 1931, malridotta, con la quale iniziò a mettere in musica le sue poesie. Le opere di Robert vennero esposte in mostre definite eleganti e audaci: ritratti di classici ed elaborate composizioni con forme geometriche il cui scopo era di padroneggiare la luce e raggiungere il più fondo dei neri. La prima modella di Robert, nelle belle immagini che corredano il libro, è proprio Patti Smith. Una delle foto divenne la copertina del primo album Horses, inciso nel 1975 (lei è in camicia bianca, pantaloni neri e giacca nera), un album a tutt’oggi considerato una pietra miliare nella storia del rock. E così la vita di entrambi proseguì su strade differenti, ma sempre suggellata dalla loro amicizia, inseparabili fino alla morte di Robert.
Just Kids è il diario di un incontro tra un ragazzo che amava Michelangelo e una poetessa che avrebbe rivoluzionato il rock. Un libro assolutamente emozionante, narrato con profonda sincerità. Una confessione che raccoglie la storia d’amore, in una fervida e frizzante New York, di due giovani ragazzi alle prese con la fame, la politica, la povertà, il sesso, la musica e una gran voglia di essere protagonisti.
Just Kids
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