Korogocho. Alla scuola dei poveri di Alex Zanotelli

La voce di Dio è il canto accorato dei poveri. Questo il Dio in cui crede Padre Alex Zanotelli. Missionario per vocazione, il prelato decide ben presto di assistere gli ultimi, non solo attraverso la preghiera. La fede lo spinge, difatti, ad attaccare i poteri forti, anche tra le mura della Chiesa, pur di difendere i diritti dei “rifiuti” delle periferie africane.

Korogocho, baraccopoli di Nairobi, è soltanto una delle tante cicatrici sul cuore di Padre Alex. Quest’ultimo, nelle sue diverse peregrinazioni, ha modo di capire come l’amore per il Signore si manifesti molto più chiaramente quando non si è padroni di nulla, neanche della propria vita. In un sistema dove il denaro muove il cuore di gran parte degli uomini, Don Zanotelli denuncia le condizioni disumane in cui sono costretti gli emarginati. Nonostante sabotaggi e ostacoli posti sulla sua strada, attacca durante vertici ecclesiastici, politici, imprenditori e tutti coloro che hanno fatto della propria ricchezza lo sfruttamento dei poveri.

Nigrizia, periodico di cui diviene forzatamente il presidente, diventa in breve uno dei mezzi con il quale minare i vertici economici e politici del Paese. Affamato di verità ed assetato di giustizia, viene punito molte volte attraverso spostamenti o stalli forzati. Sulla scia dell’insegnamento appreso dalla “scuola dei poveri”, decide di diffondere il Vangelo in Italia, attraverso anche la rete dei Beati costruttori di pace e rete Lilliput. Il sacerdote, però, non dimentica l’insegnamento dei poveri appreso non solo a Korogocho, dove ha vissuto tra il 1994 ed il 2002, ma anche in Sudan nel 1978. Egli, infatti, continua a vivere con umiltà e senza abbassare la testa, predicando la parola del Signore, soprattutto tra coloro che non hanno voce e che, per i ricchi vecchi e nuovi, sono semplicemente i “dannati della terra”.