L’America in automobile
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2023
L’America in automobile (Piccola Biblioteca Adelphi 2023, traduzione di Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio, con una nota di Ena Marchi) di Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) contiene tre reportage del grande autore belga redatti tra il 1946 e il 1958: L’Amérique en auto (1946), Notes de voyage (1952) e L’Odeur de l’Amérique (1958), più un Album fotografico.
… una soddisfazione profonda... come quando alla fine si arriva a casa e ci si rilassa con voluttà. E anche una sorta di allegria.
Raccontata nelle “Memorie intime”, questa è la sensazione che prova Georges Simenon quando arrivò a New York, con la moglie Tigy e il figlio Marc, il 5 ottobre 1945, dopo dodici giorni di navigazione.
Del resto, fin da prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, Simenon sentiva una profonda attrazione per il Grande Paese. Era finalmente arrivato il momento, anche per allontanarsi dalla brutta atmosfera, che si respirava nella Francia del dopoguerra. Accuse di collaborazionismo poi rivelatesi infondate avevano sfiorato Simenon, i giornali francesi avevano pubblicato la notizia che Simenon era stato imputato di “intelligenza con il nemico”. Inoltre suo fratello Christian, militante di un gruppo di estrema destra, era ricercato per aver preso parte nel 1944 a una spedizione punitiva in cui erano stati trucidati diciannove civili.
Georges, da uomo pragmatico qual era, aveva consigliato al fratello di arruolarsi nella Legione straniera francese, dove avrebbe trovato la morte in combattimento nel 1947 nella guerra d’Indocina. Negli Stati Uniti Georges aveva una missione da compiere: guadagnare tanti soldi e acciuffare quella notorietà e fama, che oltreoceano ancora gli sfuggiva.
Il Grande Paese era esattamente come Georges l’aveva sognato e vi avrebbe vissuto dieci anni, decidendo di lasciarlo, così, all’improvviso. Dieci anni vissuti spostandosi da uno Stato all’altro, simbolo di una grande irrequietezza, osservando, scrutando, fotografando, anche mentalmente, immagini, istantanee, particolari insignificanti, che poi i lettori avrebbero ritrovato nei suoi romanzi di ambientazione americana come in Tre camere a Manhattan (1946), ispirato ai suoi primi incontri clandestini a New York con la sua segretaria Denyse Ouimet, futura seconda moglie e madre dei suoi tre figli.
“Ho percorso più di cinquemila chilometri e solo una volta ho visto una delle famose auto della polizia che appaiono immancabilmente nei film americani. Nessuno si è mai preoccupato di controllare se avessi i documenti, né da dove venissi, dove stessi andando o che cosa avessi intenzione di fare”.
Dunque il curioso Georges va alla conquista dell’America, dapprima il Québec, poi la Florida, Anna Maria Island, l’Ovest dei pionieri e dei cowboy, Tucson in Arizona, Tumacacori in Arizona meridionale, Carmel-by-the-Sea in California, Lakeville nel Connecticut, dove decide di acquistare un’immensa tenuta: Shadow Rock Farm, dove resterà cinque anni scrivendo 26 romanzi.
Poi all’improvviso la decisione di tornare in patria, il 19 marzo del 1955 Simenon lascia il suolo americano, senza nostalgie e rimpianti, in linea con la sua personalità. Sì, certo, l’America resterà sempre per il creatore del commissario Maigret “un meraviglioso ricordo” e “la tappa più importante” della sua vita.
Chi arriva, dopo essere passato davanti alla Statua della Libertà, può in un certo senso scegliere l’America che preferisce. Ed è quasi sicuro che la troverà.
L'America in automobile
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