La trappola di Maigret
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
“La trappola di Maigret” (Adelphi 2004, titolo originale "Maigret tend un piège", traduzione di Luciana Cisbani) fu scritto dal grande autore belga Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) a La Gatounière, villa di Mougins in Francia nel luglio del 1955, pubblicato per la prima volta nell’ottobre dello stesso anno presso l’editore Presses de la Cité e edito in Italia nel 1958 da Mondadori, tradotto da Roberto Cantini.
Il romanzo è stato portato sul grande schermo da Jean Delannoy nel 1957, con protagonista Jean Gabin nel ruolo del commissario Maigret.
A partire dalle tre e mezzo Maigret cominciò ad alzare la testa di tanto in tanto per guardare l’ora.
In quel 4 agosto c’era un gran trambusto al Quai des Orfèvres. Le finestre erano spalancate senza dare sollievo, l’asfalto ormai molle e il selciato bollente esalavano un’aria torrida e si aveva addirittura l’impressione che la Senna dovesse da un momento all’altro mettersi a fumare come l’acqua sul fuoco. Solo un quarto dei parigini era rimasto in città ed era ovvio che quella manciata di residenti non poteva che pensare con invidia a coloro che in quel momento avevano la fortuna di starsene a mollo nell’acqua marina appena increspata dal vento. Se i pochi parigini sognavano di stare al mare o in montagna, Maigret e i suoi fedeli collaboratori erano alle prese con un feroce serial killer che ormai da cinque mesi si dilettava nell’uccidere donne a Montmartre.
I nomi delle vittime, le vie e le ore in cui gli omicidi erano avvenuti erano diventati familiari ai lettori dei quotidiani e per il commissario erano diventati una vera ossessione. Maigret aveva un quadro preciso del susseguirsi degli eventi e poteva recitarlo a memoria, come le filastrocche dei bambini. Ma questo era un caso complicato e angoscioso, gli alti apparati della polizia e l’opinione pubblica reclamavano a gran voce che il colpevole, così orrendo e così monotono nell’accanirsi sulle vittime con una o più coltellate, venisse al più presto catturato. Ecco perché Maigret, chiuso nel suo ufficio al commissariato, di fronte al telefono, assistito dall’ispettore Janvier, aveva deciso di tendere una trappola al serial killer. Usando la stampa, Maigret aveva fatto credere che l’assassino era stato catturato, contemporaneamente, nel quartiere di Montmartre, erano stati spediti quattrocento poliziotti e ausiliari giunti da tutti i commissariati parigini, senza divisa. La trappola era tesa...
A trent’anni esatti dalla scomparsa di Georges Simenon, avvenuta nel settembre del 1989 in Svizzera, fa sempre piacere immergersi totalmente nelle atmosfere create dal prolifico scrittore belga. Tra il 1931 e il 1972, Simenon pubblicò settantacinque romanzi e ventotto racconti che hanno come protagonista il commissario Jules Maigret. Massiccio di corporatura, il poliziotto è di origine contadina, spalle larghe, burbero ma di natura compassionevole, il commissario Maigret non si separa mai dalla sua pipa, che meglio lo aiuta a ragionare su casi scottanti, di apparente difficile soluzione. Maigret, sposato da una vita con la paziente Signora Maigret, ama osservare il mondo seduto nei caratteristici bistrot (vedi la Brasserie Dauphine che è, nella finzione ideata da Simenon, un piccolo ristorante in Place Dauphine, proprio dietro il quai des Orfèvres) e il suo sguardo è sì penetrante ma soprattutto profondamente umano.
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