L’Europa e le sue memorie
- Autore: Non disponibile
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2013
Volume collettaneo, curato da Filippo Focardi e Bruno Groppo, che raccoglie le relazioni di differenti studiosi al seminario su «Forme e politiche della memoria in Europa dopo l’89», organizzato tra il 2007 e il 2009 presso l’Università di Padova, L’Europa e le sue memorie (Viella, 2013) è un testo denso e dettagliato che illustra le differenti politiche e le correlate culture del ricordo che sono state realizzate nei Paesi del vecchio continente nel secondo dopoguerra ma, soprattutto, dopo la caduta del muro di Berlino.
Alveo comune in cui si snodano i saggi è quello del memory boom, tendenza affermatasi negli studi storici negli ultimi due decenni, improntata a una rivalutazione costante e onnipersasiva del tema della memoria: una riscoperta e un attaccamento al passato che alcuni hanno spiegato con l’incapacità sempre crescente di immaginare un futuro possibile mentre altri – come avviene in Il Secolo Armato – con il bisogno di rimpiazzare uno spazio ideale lasciato vuoto dalle utopie definitivamente mandate in soffitta dopo il 1989.
All’indomani del1945 nei Paesi europei si affermò gradualmente una lettura del secondo conflitto mondiale fondata su
"l’attribuzione alla Germania e ai tedeschi dell’esclusiva responsabilità per le nefandezze e le sofferenze della guerra; dall’altro l’esaltazione dei movimenti di resistenza antinazista nazionali come espressione della volontà e dello sforzo collettivi dell’intero popolo".
Sarà il 1989 a segnare un punto di non ritorno, dal momento che, mentre il mito della Resistenza si stava già indebolendo, anche grazie a un’attenzione sempre maggiore verso le esperienze collaborazioniste realizzatesi in molti stati del vecchio continente, parallelamente
"alla centralità della figura dell’eroe partigiano è subentrata quella della vittima, la vittima innocente delle stragi naziste e delle violenze comuniste, cui sempre più si accompagna la valorizzazione dell’azione di solidarietà e protezione esercitate nei confronti dei perseguitati da persone comuni, i cosiddetti «giusti»".
Queste tendenze storiografiche di fondo sono state ampliamente declinate nelle politiche della memoria e nelle culture del ricordo: si tratta non solo degli indirizzi storiografici ma anche delle festività e delle commemorazioni, delle associazioni e dei riconoscimenti (onorificenze e medaglie al valore), della pubblicistica e di altri prodotti dell’industria culturale che fanno esplicito riferimento a eventi storici (siano essi documentari, serie tv, docu-soap o film), dei contenuti dei manuali di scuola, dei monumenti pubblici e della toponomastica. Si tratta soprattutto di leggi sulla memoria storica e sui possibili reati correlati ad essa.
Mentre nell’Europa Occidentale il ricordo della Shoah, nella Giornata della memoria, il 27 Gennaio, è divenuto un’iniziativa commemorativa su cui si impegnano tutti i governi, nell’intento di individuare comuni radici europee in un evento tanto unico quanto universale, altre capitoli del recente passato venivano gradualmente posti in un cono d’ombra; nella Germania riunificata prese corpo una cancellazione del patrimonio storico e architettonico, ma anche del sistema formativo, della DDR, derubricata a escrescenza del totalitarismo sovietico.
In Italia, soprattutto grazie ai governi socialisti prima e berlusconiani poi, trovò definitiva legittimazione una memoria anti-antifascista che ebbe tra i suoi frutti anche la legge 92/2004, promossa da Alleanza Nazionale, per istituire il Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe e degli italiani espulsi dall’Istria e dalla Dalmazia. Una legge che, pur riuscendo a inserire questa drammatica vicenda nella memoria nazionale, ha, allo stesso tempo, costituito anche una delle manifestazioni compiute di quel revisionismo, storico e politico su cui si è fondata la richiesta di
""pacificazione" o "riconciliazione" fra le vecchie parti contrapposte – fascisti e antifascisti – con l’obiettivo dichiarato di creare una "memoria condivisa"
Il 1989 ha costituito una data cardine soprattutto per i Paesi dell’Est dove l’autonomia da Mosca e la fine del blocco comunista coincideranno con l’affermazione dell’antitotalitarismo, attraverso il quale il periodo comunista sarà caratterizzato come
"un’occupazione straniera. (...) In generale, (...) il passato comunista appare (...) come un’epoca di violenza, di sofferenza e di oppressione con due protagonisti principali: da un lato, la nazione-vittima; dall’altro, una potenza straniera, l’Unione Sovietica, indicata come unico responsabile dell’oppressione e della violenza".
Questo paradigma si concretizzerà nei musei del Comunismo disseminati nell’Europa Orientale che nelle loro denominazioni richiamano le nozioni di terrore (Budapest), genocidio (Vilnius), occupazione (Riga, Tallin e Kiev) ma anche nelle politiche nazionaliste di Jarosław Kaczyński in Polonia e di Franjo Tuđman in Croazia.
Le leggi di memoria storica approvate recentemente in Francia e Spagna, per condannare atteggiamenti xenofobi o razzisti (in seguito ai preoccupanti casi di negazionismo verificatisi nell’Università Jean Molin – Lione III) o per riconoscere le vittime del genocidio armeno, dello schiavismo e della dittatura franchista, rappresentano uno dei filoni più interessanti del testo ma anche uno degli aspetti più controversi del rapporto tra storia e memoria. Tali leggi, infatti, testimoniano come le politiche della memoria siano arrivate a una pur comprensibile deriva: il tentativo politico di intervenire nella valutazione degli eventi storici ha sollevato, infatti, un dibattito non ancora sopito e innumerevoli proteste da parte degli stessi storici convinti che:
"La storia non deve essere schiava dell’attualità, né deve essere scritta sotto la pressione di memorie concorrenziali. In uno stato libero non deve essere alcuna autorità politica a definire la verità storica e a delimitare la libertà dello storico dietro la minaccia delle sanzioni penali".
L'Europa e le sue memorie. Politiche e culture del ricordo dopo il 1989
Amazon.it: 26,59 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Europa e le sue memorie
Lascia il tuo commento