L’Italia degli altri
- Autore: Mario Fortunato
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2013
Pubblicato da Neri Pozza nel 2013, "L’Italia degli altri" è un eccentrico libro di Mario Fortunato sulle bellezze italiche, su un inedito Giulio Einaudi, sugli scrittori anglosassoni che hanno scelto di vivere in Italia, tra giardini e ville.
Mario Fortunato, gran narratore e critico letterario del settimanale "L’Espresso", parla in questo libro dell’Italia vista dagli altri e si concentra su tre posti in particolare:
- la Calabria dove è nato,
- Como e il lago, dove organizza eventi,
- la Sabina, nei dintorni di Rieti, sotto al monte Soratte, dove risiede abitualmente quando è in Italia.
L’italia è in questo libro vista dagli occhi di viaggiatori diversi nel Bel Paese: dalle grandi scrittrici come Edith Wharton e Virginia Woolf ad artisti uomini che guardano all’Italia alla ricerca di avventure sessuali. Scrive Fortunato:
"D’altro canto, bisogna pure ammettere che la maggioranza degli artisti e intellettuali inglesi, ma anche tedeschi e americani attratti dal Belpaese, è alla ricerca di una certa libertà sessuale".
Addirittura lo scrittore Edward Prime-Stevenson, pioniere della letteratura gay, dice che molti artisti pagarono a caro prezzo la discesa in Italia perché:
"ha avuto l’effetto di distruggere le loro attività intellettuali e ambizioni artistiche, trasformandoli in gente alla deriva e perdigiorno".
Lo scrittore ricorda la sua adolescenza in Calabria, terra pietrosa con uomini con le facce scavate dalla miseria e dalla malnutrizione, una terra di miseria che aveva solo nelle cittadine un piccolo riscatto (lui prese la maturità classica a Crotone.)
Poi Fortunato racconta di giardini all’italiana, di architettura, di chiese e musei con gente nota al grande pubblico:
- l’amico editore Giulio Einaudi, nelle terre di Sabina, che coltiva rose e si preoccupa dell’orto e del basilico più di un contadino,
- l’attore Colin Firth, attore vincitore di un Premio Oscar, che gira per l’Italia con la moglie italiana,
- Peter Stein, regista teatrale, e la moglie Maddalena Crippa, attrice, che lo invitano a cena in scenari bellissimi e suggestivi.
Nondimeno Edith Wharton, l’autrice dell’Età dell’innocenza, scrive che l’Italia è
"la terra in cui tutto può accadere, tranne il banale, l’ovvio, e il prevedibile".
C’è anche il sipario George Clooney, che si fa vedere sul lago, poi scompare, ma sembra essere l’emblema dell’americano ammirato dall’Italia, ma che non impara l’italiano e sembra non capire cosa significhi abitare a Villa Oleandra.
Scrive lo scrittore:
"Il corollario di ogni voyage en Italie è la ricerca della felicità... tuttavia a meno che non si inclini a qualche credo religioso, il concetto di felicità è un’astrazione piuttosto relativa, mentre è difficile non riconoscere alla bellezza un suo statuto oggettivo. Il guaio è che in Italia tale statuto si moltiplica e perciò si sperpera".
Bel libro, piacevolmente incasinato, ricco di tante cose, biografia minima, citazioni colte e tanti giardini. All’italiana e all’inglese, ça va sans dire.
L'Italia degli altri
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’Italia degli altri
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