L’Orsetto di Fred
- Autore: Iris Argaman
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2017
“L’orsetto di Fred” (Gallucci, 2017, titolo originale Bear and Fred, traduzione di Elena Loewenthal, disegni di Avi Ofer) è un albo illustrato tratto da una storia vera, per il Giorno della Memoria, scritto dall’autrice israeliana Iris Argaman.
“Tanti anni fa, in un paese lontano che si chiama Olanda, in una città che si chiama Delft, ero l’Orsetto di Fred, io. Fred non mi aveva dato nessun nome. Un nome non l’ho mai avuto”.
Il piccolo Fred era nato nel 1936 all’Aia, nei Paesi Bassi ma insieme alla sua famiglia di ebrei olandesi, si era trasferito a Delft. Il padre Natan, concertista classico, suonava violoncello e pianoforte.
“Vivevo nella stanza dei bambini insieme agli altri giocattoli”.
L’Orsetto era il giocattolo preferito del bambino, che lo portava sempre con sé, “stavamo sempre insieme” fino a dormire accanto al cuscino e sognare insieme con lui. Una sera i due amici si trovavano a passeggiare in città quando si accorsero che in giro c’era poca gente ed erano tutti tristi. All’improvviso un grosso cane nero con un morso aveva quasi staccato la testa dell’orso. “Che paura che avevo”. Fred lo aveva consolato dicendogli che gli voleva bene lo stesso, anche se gli penzolava la testa. Nel 1940 i nazisti avevano invaso l’Olanda e gradualmente avevano iniziato a privare gli ebrei di tutti i loro diritti. In quel mese soffiava un vento freddo che faceva volare le foglie e pioveva.
“Fred mi spiegò che era autunno!”.
La casa della famiglia di Fred, solitamente piena di risate e chiacchiere e allietata dalla musica che suonava Natan, era diventata silenziosa. Nell’ottobre del 1942, i Lessing erano stati avvertiti che erano sulla lista per essere deportati dai nazisti. La mamma di nome Formentera aveva detto ai suoi tre figli:
“Dobbiamo andare via di casa e non so quando torneremo”.
La donna aveva preparato uno zaino con una coperta, dell’acqua e dei biscotti. Formentera, per invogliare i bambini, li aveva esortati a far finta di andare in gita. Fred aveva posto nello zaino l’orsetto beige dicendogli che non lo avrebbe lasciato solo. La mamma aveva accompagnato con il treno ad Amsterdam il seienne Fred per andare a stare dal nonno, il papà di Natan. Prima di salutare il figlio Formentera gli aveva raccomandato di fare attenzione e di non dire a nessuno da dove veniva né chi era. “Tienilo segreto!”. Il bambino si sentiva avvilito all’idea di doversi separare dalla sua mamma che anche lei andava in un posto segreto e sicuro. L’ultima richiesta a Formentera era stata di cucire la testa del suo Orsetto prendendo un pezzetto di stoffa dalla tasca interna del cappotto grigio di Fred, che così aveva una testa di colore diverso dal corpo, ma rimaneva sempre il suo più caro e fedele amico.
“Decisi di scrivere questa storia d’impulso. Un giorno mi saltò agli occhi un articolo sul Museo Memoriale dell’Olocausto, che parlava di un orsetto chiamato La Monna Lisa dello Yad Vashem”
così si è espressa l’autrice nella nota finale del testo. Una narrazione poetica e commovente vista attraverso gli occhi sinceri di un piccolo orso che segue il peregrinare, durato circa due anni e mezzo, di un bambino in fuga dal male. Nel 1996, l’inseparabile compagno è stato donato da Fred Lessing, da anni residente in America, al Memoriale dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme. Il tenero peluche testimonia non solo l’orrore subìto ma anche la speranza che quella malvagità non debba più ripresentarsi.
“Orsetto di Fred, ciao. Benvenuto a Gerusalemme. Finalmente sei arrivato!”.
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