L’aiuto
- Autore: Kathryn Stockett
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2009
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E’ bello trovarsi a parlare di un libro che, con la sua lettura, ha scatenato interesse e passione, tanto da lasciare dietro di sé una scia di rimpianto per il fatto di averlo già finito. Un libro di quelli che bisogna forzarsi a chiudere all’una di notte proprio perché il giorno seguente non si può dormire sulla scrivania dell’ufficio. Un libro al quale non si riesce a trovare un minimo difetto a parte, forse, un finale eccessivamente “sospeso”, si direbbe quasi “sfumato”, che lascia comunque aperte, davanti alle protagoniste, mille possibilità e strade da prendere al di là dei rimpianti e della tristezza.
Questo è stato per me “L’aiuto”, un bellissimo affresco della provincia americana degli anni 60: pigra, indolente e statica come un quadro di Hopper, rarefatta come una giornata di insopportabile calura estiva, ma scossa fin nelle fondamenta da un’onda di rinnovamento dapprima sotterranea, poi improvvisamente sotto gli occhi di tutti, che, se non riuscirà a distruggerla completamente, di certo provocherà notevoli ed evidenti crepe nella sua apparentemente intoccabile struttura.
Il razzismo verso le persone di colore, se già di per sé risulta argomento interessante in quanto inserito in tale contesto storico, è sfortunatamente ancora attuale, anche se, è auspicabile, non più ai bassi livelli dei quali si parla in questo libro.
E’ un romanzo essenzialmente “al femminile”, non perché si tratti di un romanzo rosa (tutt’altro), ma perché gli uomini sono ridotti a tranquilli e a volte patetici comprimari. Sono le donne i pilastri della storia, forti e coraggiose o insicure ma spinte dalla disperazione, sincere ma costrette a scendere a compromessi o ipocrite e preoccupate solo della propria rispettabilità. Donne che difendono con le unghie e con i denti il loro vecchio mondo perbenista e donne che cercano di scardinarlo.
Skeeter, coraggiosa e ribelle, alla quale non interessa un matrimonio “rispettabile”: vuole diventare scrittrice e ha in mente un progetto ambizioso e rivoluzionario. Hilly, la leader carismatica che tutte le donne della cittadina seguono senza contestare, perfida e razzista. Aibileen, la domestica di colore che è la prima ad aiutare Skeeter nel suo progetto, dolce ma determinata. Minny, che ha perso cento lavori a causa del suo caratteraccio ed ha un marito violento dal quale non riesce a staccarsi. E, sullo sfondo, Constantine, la “tata” di Skeeter, che è improvvisamente andata via: dove? E perché? E’ anche la sua mancanza che spinge Skeeter ad imbarcarsi in un’avventura importante e rischiosa con Aibileen e Minny.
Si può dire che la trama del libro segua i dettami del teatro classico: unità di tempo (non nell’ambito dello stesso giorno, ma comunque di un tempo limitato), di azione, ma soprattutto di luogo. L’attenzione non si sposta mai dalla cittadina, dando ancora più l’idea di un mondo chiuso, recintato, dal quale è difficile scappare. Ma i fermenti rivoluzionari si stanno facendo strada: mentre le ex amiche invecchiano nelle loro nicchie, Skeeter sembra ringiovanire e cammina verso il futuro.
Molto scorrevole lo stile, in un racconto “a tre voci”: Skeeter, Aibileen e Minny. Nelle parti raccontate dalle ultime due si nota la mancanza dei congiuntivi, a voler significare la semplicità di chi non ha potuto ricevere una corretta istruzione, ma ha ugualmente tanto da dare ai suoi simili, in termini di impegno sociale e personale e, soprattutto, amore. Un romanzo difficile da dimenticare.
L'aiuto
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