L’amaca rossa
- Autore: Jean-Luc Payen
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2011
Non poteva essere che francese l’autore di questo romanzo leggero, arioso, ironico, a volte drammatico, in uscita a marzo 2011 con Edizioni E/O. La capacità di condensare storia e fantasia, infanzia e età matura, presente e memoria del passato con levità, anche quando il racconto si fa più duro, mi sembra una caratteristica tipica della narrativa francese contemporanea.
1968: Luc, 10 anni, suo fratello Michel/Mijoux e la sorellina Liz guardano da lontano le dimostrazioni, i cortei, la rivoluzione del maggio francese. Tre ragazzini vivaci, fantasiosi, creativi che vivono in una famiglia strampalata: la madre Sarah si è risposata con il severissimo Georges dopo che il padre dei ragazzi, il mitico Emile Mochel, uomo di fascino straordinario, si è schiantato con l’aereo durante uno dei suoi avventurosi viaggi. Tra i personaggi anche Carla, la nonna materna, ebrea scampata ad Auschwitz ed ora inflessibile ed autoritaria direttrice di una fabbrica di clacson, sempre vestita in rigoroso tailleur Chanel, grandi occhiali e preziosi diamanti alle dita. I ragazzi vanno a scuola (malissimo Luc, bene la piccola Liz), subiscono le angherie di severissimi maestri, giocano sugli alberi dove hanno costruito un castello tra i rami, stringono amicizia con i ragazzini del luogo, sognano ad occhi aperti l’amore.
Purtroppo la vita li fa crescere rapidamente, a causa di una serie di disgrazie che incombono sulla famiglia: prima la grave malattia di Liz, poi l’incidente d’auto che per poco non costa la vita ai due fratelli, la morte della nonna (il più riuscito personaggio del libro), e infine la conclusione, molto amara ma non priva di speranza.
“Quando mi sono svegliato ho visto che i due ciliegi erano in fiore. Li ho guardati a lungo, ma non sono riuscito a capacitarmi di tanta bellezza”.
Nel romanzo l’autore ha messo insieme tanti temi, a partire da quello dei legami familiari: l’amore per la nonna, per il padre troppo presto sparito, la vicinanza tra i due fratelli, la tenerezza per la sfortunata Liz. Approfondito anche il tema dell’amicizia, fedele nel tempo, che si mescola con l’amore: bello il ritratto a volte realistico, a volte sfuggente, della ragazza e poi donna Fancy, il vero unico amore di Luc.
Nel microcosmo della famiglia protagonista avviene di tutto: viaggi attraverso i continenti, litigi furibondi, allontanamenti, incidenti, passioni fulminanti, mentre cani, tartarughe, parrocchetti, gatti si alternano agli umani nel racconto intricato delle peripezie familiari. Ma il tema centrale, che compare tuttavia solo verso la fine del libro, è la vocazione letteraria del protagonista/narratore. Dopo l’iniziazione e la formazione troppo a lungo protratte nel tempo, Luc capisce che l’unica strada che riuscirà ad intraprendere e che potrà renderlo felice è quella dello scrittore: il suo sforzo nel mettersi a scrivere il suo primo romanzo, le difficoltà incontrate, il rifiuto degli editori, non riusciranno a fermare la sua determinazione. L’amaca rossa, acquistata durante un mitico viaggio in Sudamerica, gli offrirà un rifugio nei momenti di mancanza di ispirazione e sarà sempre pronta ad accoglierlo, legata ai due alberi della casa dell’infanzia, sotto gli occhi protettivi della madre e della sorella.
Un ritorno alle origini, un calmo ritrovarsi dopo la tempesta, un romanzo di formazione agile e moderno, ricco di spunti di riflessione, espresso in una lingua densa di citazioni di favole, storie, leggende sempre affrontate con grande delicatezza.
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