Dante Alighieri, poeta pregno di cultura medioevale ma tuttavia aperto al nuovo, padre della lingua italiana ci ha regalato nel quinto canto dell’Inferno nella Divina Commedia un memorabile ritratto di una coppia di amanti perduti: Paolo e Francesca.
Nel canto a parlare è la sola Francesca, lei ricorda la sua triste vicenda mentre Paolo tace malinconico. I due amanti sono nel girone dei lussuriosi ma Dante è commosso dalla loro tenera storia e perdona il tradimento della giovane Francesca maritata controvoglia a Cianciotto Malatesta.
Secoli dopo William Shakespeare, il bardo di Stratford riporta alla memoria un’ antica storia italiana medioevale già accennata sia da Dante che da Giraldi Cinthio: il tragico amore tra Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti, pargoli di due famiglie rivali di Verona.
Storia che si consuma in tre giorni circa tra una tredicenne e un ragazzo poco più grande di lei, l’amore tra i due ragazzi è il simbolo della passione giovanile bruciante ma che altrettanto rapidamente può esaurirsi in questo caso per una fato infausto.
Meno focoso ma altrettanto sentito e passionale è l’amore maturo di Antonio e Cleopatra immortalato in un’altra opera di Shakespeare; la coppia ha più modo di concentrarsi sulla propria passione che non sarà comunque fortunata.
Sempre Shakespeare ha regalato la figura controversa di Otello consumato dalla gelosia intesa più che come amore come forma di possesso rendendo la giovane sposa Desdemona, una vittima eccellente del femminicidio.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’amore nella letteratura: Dante e Shakespeare
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