L’amuleto
- Autore: Gert Nygårdshaug
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: SEM
- Anno di pubblicazione: 2018
Gert Nygardshaug, nato a Tynset, nel 1946, ecologista e autore di oltre quaranta volumi, approda in Italia col primo giallo di una serie di dodici, “L’amuleto”, pubblicato a settembre da SEM Libri, Società Editrice Milanese (192 pagine 17 euro). Il copyright norvegese data invece 1987.
Il cognome è uno scioglilingua, ma sarebbe un errore vietarsi per così poco un contatto con uno scrittore che sembra decisamente in palla, col suo originale protagonista seriale di questa lunga saga thriller, Fredric Drum. Conoscitore di donne, oltre che di antichi codici e di ottimi vini, è indiscutibilmente uno dei bersagli favoriti della stampa scandalistica. Dopo una parentesi sentimentale sciupata non senza rammarico, rotocalchi popolari e giornaletti rosa gli hanno affibbiato un soprannome che detesta, “Il pellegrino”. Lo perseguita. Ricorre ogni volta che si caccia in qualche guaio e le cronache giornalistiche riprendono ad occuparsi di lui.
Nonostante la giovane età, è conosciuto come uno dei migliori sommelier ad Oslo. Da qualche anno, con l’amico Tob ha aperto in centro uno dei ristoranti più piccoli e più raffinati. Appena sei tavoli, ma piatti deliziosi di contaminazione franco-norvegese, col migliore abbinamento enologico d’annata. Il Kasserollen è l’unico della capitale a vantare due stelle Michelen.
È anche un esperto in crittografia, disciplina sviluppata al servizio dell’esercito. Ma la decrittazione di codici militari gli era venuta a noia e mettendo a disposizione di una generosa buona volontà gli anni di studi universitari di lettere antiche, si era impegnato sui geroglifici maya, sulla scrittura lineare micenea ed anche nella decifrazione di iscrizioni runiche rinvenute in Groenlandia. Tutto accompagnato da pubblicazioni che avevano consentito importanti sviluppi in materia, regalandogli ulteriore popolarità. Fredric Drum trasforma in oro tutto quello che tocca.
Nel momento in cui lo incontriamo, è relativamente scosso da un incidente nel quale è rimasto coinvolto. Il traghetto sul quale sta raggiungendo Hovedoja per una degustazione, è investito da un cabinato. La collisione improvvisa lo getta in acqua. Niente di grave, qualche energica bracciata e risale sul molo. Fradicio, ma sano.
È andata molto peggio all’uomo col quale stava scambiando poche banali battute a prua del battello. Il passeggero gli stava chiedendo un’informazione storica sui cannoni della fortezza, quando si era verificato l’impatto e aveva visto conficcarglisi in gola un pezzo acuminato di plastica, scheggiato nello schianto.
L’uomo aveva 52 anni, informa la stampa. Si chiamava Thomson, celibe, residente a Okksund. È morto in pochi secondi.
Due particolari non sono sfuggiti a Fredric in quei pochi istanti. Uno è sfuggente, fatica a metterlo a fuoco: durante il “volo”, la mano di Thomson si era spalancata, liberando una borsa con attrezzatura fotografica, ma Drum ha intravisto cadere anche una siringa, con l’ago inserito.
Dell’altro particolare invece è rimasta una testimonianza concreta: lui stesso ha afferrato in acqua un oggetto perduto probabilmente dal malcapitato. Una bambola, piuttosto macabra. Riproduce nei particolari la mummia di un bambino esquimese del XV secolo, ritrovata quindici anni prima in Groenlandia.
Tanto lugubre quanto enigmatica, con quegli occhi gialli da tigre che sembrano fissare dovunque, la bambola sparisce una sera dal Kasserollen, dov’era stata riposta sopra uno scaffale.
Quattordici clienti, quattordici potenziali ladri, era apparsa in un modo strano, è scomparsa in un modo strano. Fredric se ne fa una ragione.
Quella che proprio non può non dargli pensiero è la manomissione di una lampada, in casa, che solo per una combinazione fortunata gli risparmia una scossa mortale. Qualcuno si è introdotto nella sua abitazione e ha sabotato l’impianto elettrico, in modo da far investire Fredric da una corrente di voltaggio sufficiente a provocare un arresto cardiaco.
Scopre di avere qualche nemico. I motivi per nutrire invidia nei suoi confronti non sono pochi, ma da qui a volerlo morto, addirittura… questo lo sorprende.
C’è parecchio da fare, intanto, per lui, 300 chilometri più a Nord. In una valle settentrionale, Rodalen, sono state ritrovare in uno scavo due mummie di palude e numerosi oggetti, con iscrizioni da decifrare.
Ci si mette pure quello che potrebbe sembrare un’apparizione. Mentre pesca trote nella Rodalen, si accorge di un uomo accanto, che lo fissa con occhi vacui e poi si eclissa. Gli dicono che può aver visto Hugar, lo spaventoso spirito cacciatore della valle o anche lo Hjortefot, un altro leggendario uomo dei boschi. Fatto sta che più che un fantasma gli sembra di aver visto un uomo in carne ed ossa. Aveva lineamenti duri, indossava un berretto di pelo, un gilet di pelle e pantaloni di tela grezza. Ma era tutt’altro che uno spirito.
Certo che tra feticci, amuleti e superstizioni c’è da far vacillare certezze anche più solide delle nostre. Ma non è così per Fredric Drum, la sua mente razionale non deflette dalla realtà. Comunque sarà dura, non è un fegataccio insensibile. Dopotutto qualche difetto dovrà pure averlo.
L'amuleto
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