L’animale femmina
- Autore: Emanuela Canepa
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2018
Rosita, la protagonista di "L’animale femmina" di Emanuela Canepa, è una ragazza che studia Medicina a Padova. Ha lasciato il malinconico paesino d’origine vicino a Caserta per allontanarsi dal rapporto anaffettivo con la madre. Gli esami procedono a rilento perché la ragazza è costretta, per potersi mantenere, a lavorare in un supermercato di periferia.
La vigilia di Natale conosce casualmente l’anziano avvocato Ludovico Lepore e, davanti all’insolito interesse per la sua vita, racconta per filo e per segno le sue vicissitudini, tralasciando solo la deludente relazione con un uomo sposato.
Quando qualcuno mi fa questa domanda, quindi, mento. O comunque ometto qualche particolare essenziale. Gratto via lo strato di sporco più visibile e spero che non si noti niente sotto il tappeto. In genere ci riesco facilmente perché è raro che qualcuno si interessi a me, a di là delle domande di circostanza. Il privilegio dell’anonimato è che, se hai qualcosa da nascondere, fai pochissima fatica per sottrarti alla curiosità degli altri.
Lepore è titolare di uno studio legale e le offre un posto di segretaria part-time per consentirle di continuare gli studi. A Rosita sembra un sogno e accetta il lavoro. In realtà quello che inizia è un incubo: l’avvocato la fa oggetto di una sorta di manipolazione psicologica obbligandola ad ascoltare discorsi misogini e tentando di dominarla con imposizioni sull’abbigliamento, sul comportamento e su ogni aspetto della personalità della ragazza che ritiene di dover modificare.
- Sa perché non sono ancora in pensione? - Scuoto la testa. - Perché mi diverto moltissimo. Le femmine sono animali interessanti. - Femmine. Il termine mi disturba come un’unghia che gratta sulla lavagna.
Rosita subisce solo in apparenza questo legame di dipendenza, che la trasformerà spingendola a ribellarsi e prendere in mano la sua vita.
Emanuela Canepa vince con questo romanzo d’esordio il Premio Calvino del 2017. L’opera, di notevole potenza narrativa, affronta il tema delicato della misoginia da entrambi i punti di vista, femminile e maschile.
I personaggi risultano ottimamente caratterizzati. Rosita appare come una giovane donna fragile solo in superficie, che saprà affrontare un percorso di crescita e maturazione. L’antagonista Ludovico Lepore colpisce per la sua capacità di esercitare una violenza silenziosa con la sua dialettica intrisa di disprezzo. I flashback inseriti dalla narratrice mettono a nudo le sue fragilità, provando a dare una spiegazione all’odio che nutre per le donne.
La scrittura limpida e intensa accompagna ad un finale che può lasciare qualche perplessità, nulla togliendo alla profondità della storia e alla ricchezza di riflessioni che stimola.
L'animale femmina
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