L’animo leggero di Kareen De Martin Pinter

“L’animo leggero” (Mondadori, 2013), romanzo di esordio di Kareen De Martin Pinter, classe 1975, racconta la storia di Marta, bambina di dieci anni che abita a Bolzano, città divenuta italiana, dopo la prima guerra mondiale, ma ancora abitata da molti tedeschi (chiamati semplicemente K) e gli italiani (chiamati V), che vivono in una condizione di privilegio, da vincitori.

Marta ha inventato con le sue amiche Elena, Susanna, Lorena un gioco crudele: per cinque giorni alla settimana a turno vengono trattate da nemiche dalle altre tre, in modo crudele: sputi in faccia, spintoni, nascondendo quaderni e libri di scuola. Lorena, che è una K, è la più spietata, la più, cattiva. Giorni orribili dove a turno le ragazze scappano verso casa, si nascondono, subiscono ingiurie, mentre la città di Bolzano vive in modo malaccorto la divisione etnica. Marta è nata lì, conosce bene le differenza tra essere italiana, tedesca o mista e mentre a pochi kilometri da lì c’è l’implosione della Jugoslavia, lei cerca un posto sicuro nella sua vita che anche privatamente è brutta.

In un condominio in un cui si sentono strani rumori d’acqua che scende, la madre e il padre litigano continuamente, decidendo per una dolorosa separazione. L’unica oasi di Marta è la musica e la scrittrice la descrive così:

"La musica è forte, bellissima. Si lascia scivolare a terra appoggiando la schiena umida...quando la musica finisce, si accorge di avere il respiro irregolare...a casa la televisione sempre accesa".

Il ritmo di Kareen De Martin è incalzante, ma ha pause studiate e il libro è diviso in venti capitoli (la scrittrice ha frequentato la scuola di scrittura creativa Holden di Baricco).

Una sera Marta e le sue amiche fanno l’ultimo crudele scherzo tra di loro: devono trovare delle cose disseminate in una luogo abbandonato. Non diremo come va a finire. Ci limitiamo soltanto a dire che dopo dieci anni Marta torna nella Bolzano ricca dei giorni nostri, con una tale quantità di ricordi che però le fanno dire che nella città

"si respira una certa ricchezza, la si vede non solo nello stato impeccabile di strade e marciapiedi, ma anche sui visi delle persone che si godono piacevolmente la vita".

Niente più K, né V: ormai italiani e tedeschi vivono in una floridezza e un’opulenza senza più divisioni.

“L’animo leggero” è un libro scritto in modo rarefatto, con terminologia elegante, un mettere e levare, come se la Pinter avesse uno spartito tra le mani più che un romanzo. Questo 2013 della Mondadori regala storie di infanzie e di adolescenze molto promettenti.