L’anno che è passato
- Autore: Amanda Reynolds
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2017
Jo si sveglia con la mente del tutto vuota. Dicono che il trauma cranico le abbia provocato un’amnesia. In ospedale tutti sono particolarmente premurosi con lei, l’infermiera bionda, il giovane dottore straniero. E Rob si comporta da marito premuroso. Jo Harding, cinquantacinque anni, coniugata da ventitrè, due figli postadolescenti è la protagonista del romanzo “L’anno che è passato”, esordio narrativo per la britannica Amanda Reynolds, pubblicato ad agosto da Corbaccio nella collana Narratori (pp. 322, euro 16,90).
“Signor Harding, sembra che sua moglie si stia riprendendo bene”
assicura il medico. La paziente ha un polso malamente slogato, qualche contusione, due unghie spezzate, ma quello che preoccupa è la lesione alla testa. Ha preso una botta, cadendo dalle scale di casa ed è rimasta priva di sensi per parecchi minuti.
Lei non ricorda di aver perso conoscenza a lungo, ma c’è una visione ricorrente che la turba: la rabbia di Rob, l’espressione cattiva, la stretta ai polsi, lei che “contrattacca” con le unghie.
Si è risvegliata sul pavimento dell’ingresso, le sembra di avvertire ancora le mattonelle fredde, il vento che fischia dalla porta aperta. Quanto a quello che stesse facendo appena prima, è tutto confuso.
“Stavamo scendendo le scale quando sei scivolata”
le suggerisce Rob, ma il dottor Agrawal preferisce che sia lei a sforzarsi di ricordare, solo lei a parlare. Però è difficile concentrarsi con quel gran mal di testa.
Non è sicura di una lite furiosa con Rob. Un frammento di memoria le dice ch’erano appena tornati a casa dopo aver accompagnato uno dei due figli all’università. Ecco, le torna in mente Fin e sente con tutte le sue forze di non volere che venga disturbato proprio nei primi giorni di lezione. Che resti pure lì, non c’è bisogno che raggiunga per forza la mamma infortunata.
Il riferimento a Fin provoca una reazione del marito. Il ragazzo è partito il settembre precedente: quel ritorno a casa non è di ieri, è avvenuto un anno prima.
Ma che sia il suo ricordo più recente non sorprende il medico. A suo avviso, è molto probabile che Jo sarà presto in grado di rammentare le vicende minute della sua vita, quelle quotidiane, anche se gli eventi degli ultimi dodici mesi le sfuggono e potrebbero anche non tornare più. È la cosiddetta memoria episodica e semantica. Quella ch’è sorpresa è lei, perchè i suoi ricordi sono chiarissimi: Fin accompagnato all’università, il ritorno nella casa vuota, l’odore delle sue lenzuola quando ha disfatto il letto. Le sembra ieri: dev’essere di sicuro così, dev’esserci un errore.
Amanda Reynolds, l’autrice debuttante, insegna scrittura creativa e questo si nota decisamente, per via dell’intreccio ingegnoso, giocato sulla psicologia individuale e collettiva, nella progressiva ricostruzione di una sequenza di eventi che sfuggono alla protagonista, di cui non ha memoria o ne ha una immagine confusa, distorta, che tutti, specie il marito Rob, cercano di ricondurre a termini più concreti, reali, anche forzando la sua interpretazione.
La trama de “L’anno che è passato” si affida a flashback, che scandagliano la vita recente della donna, mettendo in luce via via caratteri e situazioni.
Schizzando da un ricordo all’altro, si assiste ad eventi tra il vero e il presunto, che risalgono l’intero anno trascorso, mese per mese, dal settembre prima, mentre il racconto prosegue giorno dopo giorno, per i ventitré successivi all’incidente, per giungere alla fine a tre mesi dopo… i lettori non si spaventino: descritta così, la cronologia sembra folle ed ermetica, ma Amanda Reynolds articola “L’anno che è passato” in modo decisamente più facile da seguire di quanto si possa temere.
Sembra di seguire un film di Hitchcock, tutto fa pensare ad una patologia dei ricordi di Jo, a memorie distorte della protagonista, personaggio che allo stesso tempo acquista sempre più spessore, sebbene tutti insistano che si tratta di ricordi alterati farle tutto sembra confermarlo. Perfino lei cerca di auto convincersene.
Erano le 18:02, le aveva detto l’infermiera. Si era svegliata sul pavimento dell’ingresso, dopo aver battuto la testa contro il muro e sfondato il cartongesso. Nella caduta, aveva cercato di difendersi, mettendo avanti la mano destra… ma difendersi da cosa? Dal corrimano? Dal muro? Da Rob?
Prima, lei e il marito erano sicuramente sul pianerottolo e stavano discutendo, poi le mattonelle gelide e l’ambulanza, in mezzo solo il vuoto. Ma forse il litigio era cominciato in camera da letto. Lo vede raggiungerla di furia in cima alle scale. Rob dice ch’è scivolata, perdendo l’equilibrio, ma lei non ha memoria del momento esatto in cui è caduta.
Nella testa di Jo si accavallano sempre gli stessi pensieri turbati e ricorre un nome, Nick, oltre ad una figura maschile. L’uomo del destino? Non può essere magari un altro ricordo fantasma?
L'anno che è passato
Amazon.it: 15,90 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’anno che è passato
Lascia il tuo commento