L’anno nuovo di Juli Zeh

"L’anno nuovo", avvincente romanzo della scrittrice tedesca Juli Zeh, è dal 27 giugno nelle librerie italiane edito da Fazi.
Lo stesso titolo è oltremodo significativo: la storia ha infatti il suo inizio il primo giorno dell’anno che si rivelerà, per il protagonista, anche fondamentale per la propria vita.
In realtà, l’esistenza di Henning, il personaggio principale della vicenda, si svolge con una certa normalità: sposato con Theresa e padre di due bambini ancora piccoli, l’uomo decide di trascorrere con i suoi cari le festività in luogo lontano dalla propria residenza

Senza chiederlo a Theresa aveva prenotato una casa per le vacanze, due settimane al mare, Natale e Capodanno. Nessuna villa, bensì qualcosa che avrebbero potuto permettersi. Una fetta di casa stretta tra le altre, tutte uguali, ognuna con una terrazza protetta dal vento e un minuscolo giardino… Perché proprio le Canarie? Troppo impegnative, troppo care e in un certo senso inflazionate. Raramente Theresa cambia opinione, eppure ora è contenta di stare qui.

Sembra quasi il destino guidi Henning in quel viaggio: lui padre premuroso e marito innamorato, arranca un po’ nella vita quotidiana che gli appare sempre più faticosa e stressante. Forse è “la cosa” ad impedirgli una vita normale: spesso è questo stato di tremenda angoscia e panico a fargli compagnia e a rendergli invivibili giorni e notti. Quella “presenza” è inspiegabile e troppo manifesta rispetto alle fatiche quotidiane. In fondo...

Henning non vuole logorare la famiglia con le proprie nevrosi. Vuol essere un uomo che val la pena di amare. Vuole ridere di più, fare battute, relegare a uno spazio minuscolo le piccole catastrofi quotidiane. Vuole abbracciare Theresa più spesso, perdere meno le staffe con i bambini e vedere gli amici. Non può essere così difficile.

Per ritrovare un po’ di quella serenità perduta, la mattina di Capodanno, l’uomo sale sulla bicicletta noleggiata per le vacanze e da Lanzarote si dirige verso Femes. Con fatica raggiunge la cima della montagna, poi cerca di arrivare al villaggio, ma non incontra anima viva. È costretto a fermarsi per riprendere fiato: le energie gli mancano e il paese di Femes è lontanissimo da lui. Si trascina fino a una casa più in alto sulla strada prima di crollare per la stanchezza. Una donna lo trova e gli offre acqua e cibo. Anche lei è tedesca e tra i due inizia una conversazione piacevole. Poi lei mostra a Henning la sua casa, che all’uomo stranamente appare in qualche modo familiare. Pian piano, tra oggetti, odori, colori, i ricordi trovano strada: sono quelli di un passato lontano, solo parzialmente sepolto.
In quel luogo la verità non può non risalire a galla: è la vicenda di due fratellini grandi quasi quanto il maschietto e la femminuccia di Henning, due bambini improvvisamente soli e in preda ad un destino che fa tanta paura. Quei ricordi sono propri del protagonista e di Luna, sua sorella minore. Il loro riaffiorare sarà doloroso, ma anche catartico per Henning che al ritorno a casa rivede la madre con la quale si confronta.
Dal dolore, anche il più devastante, a volte si può guarire.

Henning esce dal salotto. Ora lo sa. Ha subito un trauma, ha vissuto per trent’anni in un magazzino sotterraneo. Giunto al primo pianerottolo pensa che cambierà tutto. Il nodo è sciolto, non vedrà la cosa mai più.

Il romanzo dai tratti mozzafiato si rivela davvero coinvolgente e tocca la questione esistenziale di quanto sia determinante l’infanzia di ogni individuo che, a volte, purtroppo, può esser vittima di eventi accaduti anche involontariamente.
La sofferenza assume un profondo significato, perché è la strada tortuosa e faticosa per la guarigione e per una vita migliore.
Juli Zeh scrittrice tedesca i cui libri sono tradotti in più lingue, con penna sapiente, ha dato vita ad una storia insolita, ma non del tutto impossibile, una vicenda che si distingue, perché scritta con drammaticità e, al contempo, con estrema sensibilità.