L’arte della guerra occidentale
- Autore: Victor Davis Hanson
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
Il libro presenta un quadro molto esaustivo, in termini storiografici e descrittivi, della guerra al tempo degli Antichi Greci. L’autore fa numerosi riferimenti a storiografi, strateghi, letterati dell’epoca che vanno dal periodo precedente alle guerre persiane fino alla vittoria dei Romani sui Macedoni, prendendo spunto anche dai poemi epici, nei quali si può sempre trovare un fondo di verità storica.
La guerra dell’era classica era diversa da come è concepita oggi: si trattava di un evento che faceva parte della vita, non una catastrofe che ne sconvolgeva l’equilibro.
Questa concezione è anche dovuta al fatto che la guerra al tempo dei Greci era una guerra "pulita", quasi una cerimonia, caratterizzata da due schieramenti di fanti che si fronteggiavano, si scontravano frontalmente e stabilivano con la forza d’urto e la bravura in combattimento chi fosse il migliore. Un’esibizione di muscoli che sanciva chi fosse il più forte dei contendenti e chi dovesse pagare tributo.
Non esistevano vittorie schiaccianti: lo schieramente sconfitto in fuga non veniva inseguito e decimato dalla cavalleria semplicemente perchè la cavalleria non era adatta alle colline e le asperità della macchia mediterranea; non esistavano assedi senza fine (salvo eccezioni!); non esistavano le devastazioni delle campagne nè i saccheggi senza scrupoli delle invasioni barbariche, del medioevo e degli scenari bellici che sono tuttora in corso.
L’autore non si affida solo ad un’imponente ricerca di testi classici e specialistici, mostrando similitudini fra la falange greca e contingenti di altre epoche, ma utilizza anche metodi diretti, empirici, coi quali sperimenta su persone dei giorni nostri il modo in cui gli opliti di una volta dovevano vivere l’esperienza sul campo di battaglia. Quello che non riesce a dedurre dalla lettura dei testi sul modo preciso in cui doveva vivere un soldato ai tempi delle guerre persiane, lo ricava dall’esperienza diretta: indossando una riproduzione di un’armatura del periodo, con tanto di scudo, lancia, elmo e sandali, si riesce molto meglio a ricostruire precisamente la vita di quei duri guerrieri!
Aldilà degli interessanti fatti di cronaca descritti del libro e delle eccellenti ricostruzioni della quotidianeità del soldato greco, riusciamo anche a capire quanto ci sia rimasto di questa civiltà.
La guerra dei greci era fatta di scontri diretti, di forza d’urto, di forza bruta, di attacchi frontali e di vittoria di coloro che hanno il morale più alto.
Possiamo vedere in questo stile di combattimento l’essenza degli eserciti occidentali, fatti di potenza di fuoco, superiorità nelle armi e nel combattimento in campo aperto.
Questo modo di fare la guerra è stato mandato avanti per secoli, fino a quando non è stato messo in crisi da una tecnica che a noi occidentali pare "subdola", fatta di imboscate, attacchi mordi e fuggi, ritirate senza combattere una battaglia campale. La diretta discendente di questo modo di combattere (nato in Oriente) è la guerriglia.
Quindi, una volta dimostrato che - almeno per quanto riguarda il modo di fare la guerra - siamo i diretti discendenti della cultura greca, pensate ancora che il cristianesimo sia l’unico pilastro della cultura occidentale?
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