L’arte perduta di mantenere i segreti
- Autore: Eva Rice
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2009
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Inghilterra, anni ’50. La giovane Penelope Wallace, adolescente tranquilla, educata e perfino un po’ grigia, sta aspettando l’autobus ad una fermata. In realtà il suo inconscio attende ben più di un mezzo che la riporti a casa: piuttosto un soffio di novità che sconvolga la sua vita fin troppo chiusa e piatta. E quel giorno la novità arriva, sotto forma della frizzante ed anticonformista Charlotte, che dapprima le propone di dividere un taxi, poi quasi la costringe a seguirla a casa di sua zia Clare per il tè. Malgrado la situazione insolita e leggermente inquietante, Penelope si lascia coinvolgere, senza sapere che quello sarà l’inizio, oltre che di un’importante amicizia, di una nuova fase della sua vita, che la farà crescere cambiando il suo mondo e le sue prospettive.
Così come Charlotte sconvolge Penelope, l’arrivo del rock americano sconvolge la vita dei giovani inglesi. Johnnie Ray, l’idolo di Penelope e Charlotte, appartiene sempre di più al passato, soppiantato da un tale Elvis Presley, della cui musica Inigo, il fratello minore di Penelope, riempie l’antica e fatiscente villa dove i due abitano con la madre Talitha. Con la musica cambiano i comportamenti e le mentalità, e si fa strada la voglia di nuovo. Per mezzo di Charlotte, Penelope comincia a frequentare i grandi party e la Londra “che conta”, e si fa coinvolgere dal cugino di lei, Harry, in un piano “diabolico” per far ingelosire l’ex fidanzata Marina. Tutto sembra funzionare, e Marina abbandona il grasso e ricco fidanzato George per correre di nuovo dietro ad Harry, mentre Penelope si fa affascinare dal più anziano Rocky. Ma può esistere romanzo rosa senza un piccolo colpo di scena? E come non chiarire, nel finale, la relazione che corre fra zia Clare e Talitha?
Il romanzo è indubbiamente piacevole da leggere, se non si hanno molte pretese. E’ una storia dagli spunti simpatici ma dall’andamento piuttosto prevedibile, con un’ambientazione ed uno sviluppo alla Jane Austen: la classica situazione “lui e lei in conflitto che poi però si piacciono”. Malgrado i comportamenti estremamente moderni dei giovani (ragazze che vanno da sole ad un concerto, ospiti semisconosciute che invadono la casa in piena notte), su tutto aleggia un’impressione di vecchio che non viene mai del tutto fugata. Anche gli sconvolgimenti operati dalle nuove conoscenze e dalla nuova musica appaiono lenti, in sordina. Lo stesso rock non produce, in sé, grandi conflitti fra madre e figlio, tranne, in via indiretta, quando Inigo esprime la volontà di andarsene in America per tentare la carriera musicale. Anche le sofferenze amorose di Penelope sono sobrie, misurate, come se lei stessa comunque giudicasse “sconveniente” tormentarsi per amore di un uomo.
Quanto ai segreti da mantenere, scopriremo alla fine che anch’essi, in fondo, sono poca cosa, semplici schermaglie semi-amorose che non hanno, in fondo, danneggiato nessuno: normali episodi della vita e di una crescita che non riguarda solo gli adolescenti. Nel finale del romanzo, infatti, anche Talitha esce dal bozzolo, mentre il lettore (probabilmente una lettrice), chiude il libro con il sorriso di chi ha speso qualche ora in modo gradevole, ma niente di più.
L'arte perduta di mantenere i segreti
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