L’eredità del suonatore di campane
- Autore: Giuseppe Lissandrello
- Anno di pubblicazione: 2011
Giuseppe Lissandrello, psicologo e psicoterapeuta cognitivo, cambia pelle e si cala nei panni di un narratore capace e competente. Pubblicato da Melino Nerella Edizioni nel 2011, L’eredità del suonatore di campane è un romanzo ambientato negli anni Settanta, in una Sicilia che sembra non aver risentito dell’emancipazione femminile che caratterizza quel determinato periodo storico.
Turi ‘U sunaturi, donnaiolo d’altri tempi soprannominato "sunaturi ri campani" generoso ma irresponsabile, muore mentre fa l’amore con una donna del suo paese.
La peculiare interpretazione dell’erotismo da parte del protagonista e il singolare fascino che esercitava sulle donne (nessuna “femmina”, turista o indigena che fosse, resisteva al suo fascino) creano una nuova figura, un Don Giovanni siciliano tanto atipico quanto originale.
Con spirito “pirandelliano”, l’autore punta dritto il dito verso la maschera che ogni uomo porta. Stile ironico, passioni intense e autentiche emozioni, evidenziano un esperimento di scrittura ben riuscito. Nonostante la mascolina sessualità espressa all’interno del racconto, l’autore non si esprime mai in modo volgare o scostumato, mentre i riferimenti psicologici, come il disadattamento sociale, la rielaborazione del lutto, i miti, le debolezze umane si mostrano in modo palese, invitando così il lettore a fare attente e adeguate riflessioni.
Il volume di Giuseppe Lissandrello è un lavoro di pregevole fattura tecnica, ma anche di notevole carica emotiva.
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Un romanzo avvincente educativo su come la figura maschile cambia lo trovo molto vicino a Brancati
romanzo brillante, dà una visione chiara dell’Italia degli ultimi 30 anni. spiega benissimo il rapporto fra uomini e donne. ironico ed intelligente. uno dei pochi romanzi originali e fuori dagli schemi.
un romanzo che mi ha creato emozioni forti ed ha dato una lettura nuova dell’universo maschile. bravo l’autore a parlare di morte ma in maniera leggera perché come lui stesso dice di fronte alla morte bisogna ridergli