L’esatta melodia dell’aria
- Autore: Richard Harvell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2011
“Sei una creatura anormale, concepita dal peccato, anziché dalla grazia”.
Con queste parole l’abate Celestino Gugger di Staudach, Superiore dell’Abbazia di San Gallo (“la più grande e la più ricca di tutta la Confederazione Elvetica”) si era rivolto al cantore Moses Froben, “novizio contadino”. Nella Svizzera del XVIII Secolo il giovane non possedeva altro che la bellezza della propria voce che assomigliava a una melodia celestiale. La vita non era stata generosa con Moses, nato a Nebelmatt villaggio del Cantone di Uri “nel campanile che sovrastava la piccola chiesa” che custodiva “le campane più potenti del mondo”. Il piccolo Moses era vissuto insieme alla madre Adelheid Froben la quale “quando non manovrava i suoi martelli” stava “rincantucciata” insieme al figlio “sotto le campane”. Era questo l’universo di Moses “fra le quattro pareti della torre aperte al mondo” accanto alla donna che “non mi diceva mai una parola, né io parlavo a lei, ma restava a guardare la mia bocca che farfugliava i suoni degli infanti”. Questa magica comunione tra madre e figlio era terminata quando Padre Karl Victor, il parroco della chiesa, aveva scoperto che il frutto della sua colpa non era sordomuto come la madre. “Tu ci senti. Tu parli”. L’uomo, preda di una furia cieca, aveva trascinato il bambino verso il fiume Reuss gettandolo dal ponte.
“Se Dio non ti ha fatto sordo, dovrò provvedere io”.
Il “Dio di bellezza e gioia” aveva invece in mente altri progetti terreni per Moses che era stato provvidenzialmente salvato dai monaci Nicolai e Remus, “un colosso con una nuvola di capelli biondi” il primo e “piccolo e pallido” il secondo. Erano nate così una grande amicizia e un’eterna solidarietà dell’anima.
“Mosè nel Nilo, vieni sarai il nostro re”.
Condotto all’abbazia di San Gallo Moses dalla voce angelica era entrato a far parte del coro sotto la direzione dell’infido Ulrich di Guttingen regens chori dell’abbazia. Il giovane prima della pubertà era stato fatto castrare da Ulrich allo scopo di mantenere la voce acuta anche da adulto. In silenzio Moses aveva subito l’atroce umiliazione ma quando il misfatto era stato scoperto, l’abate aveva proibito al ragazzo di cantare e aveva bandito dal convento Nicolai e Remus perché il primo si era vendicato con efferata crudeltà sul regens chori. L’amicizia e la tenerezza presto trasformatasi in amore con Amalia Daft, “unica figlia dell’uomo più facoltoso che fosse mai vissuto a San Gallo”, era diventata la ragione di vita per Moses. Quando Amalia era stata promessa in sposa a Vienna, tutto era precipitato.
“Tu sei un eunuco. Non sei un uomo, e nemmeno una donna. Sei una creatura che Dio non ha mai progettato, e pertanto sei destinato a restare al di fuori del suo disegno”.
Per Moses Froben Lo Svizzero che avrebbe cantato nei più grandi teatri europei, e che sarebbe stato definito da un giornale londinese “i polmoni più grandi d’Europa”, il futuro era a Vienna “la città di Sua Maestà” Maria Teresa d’Asburgo: “Guarda il punto in cui sorge il sole e va in quella direzione”.
Pubblicato dalla casa editrice Nord nel 2011 e definito “un debutto sorprendente” da Booklist, L’esatta melodia dell’aria è un romanzo dall’ambientazione storica accurata che ha rivelato lo straordinario talento di Harvell.
“La mia prima ispirazione - dichiara l’autore - è giunta da suoni realmente esistenti: mia moglie che cantava un’aria dell’Orfeo di Gluck, uno stridulo rintocco metallico dal campanile di una chiesetta delle Alpi, il chiacchiericcio dei campanili delle mucche svizzere... ”.
Un’esatta melodia dell’aria che colpirà la sensibilità di ciascun lettore scoperta grazie a un fascio di fogli che un padre alla sua morte aveva lasciato al figlio.
“... in essi ho scoperto tutto ciò che avevo sempre desiderato conoscere: la sua nascita e la mia, l’origine del mio nome, l’identità di mia madre”.
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