L’esicasmo. Che cos’è come lo si vive
- Autore: Jean-Yves Leloup
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
«Quand’è che l’uomo riconosce di avere raggiunto la purezza? Quando considera buoni tutti gli uomini, senza che alcuno gli appaia come impuro e disonesto. Allora, in verità, egli è puro di cuore». (Pag. 195)
Due sono stati i miei pellegrinaggi sul Monte Athos, rappresentazione di un luogo di Dio. Fin dal viaggio in traghetto da Ouranopolis la vista di questa estremità di terra, ricca di vegetazione, di belle spiagge, di ruderi e di monasteri trascina nel mio intelletto consumato un riverbero di spiritualità.
Sceso al Monastero russo di S. Panteleimon sono stato impressionato dal restauro dettagliato e preciso della chiesa, dei locali e della foresteria.
Operai, monaci sono tutti al lavoro per riportare alla freschezza del tempo, il luogo di culto del Santo medico Pantaleone.
Mentre i raggi di sole brillano sulle cupole russe, il silenzio è impassibile, tutti parlano sotto voce. La pace è indisturbata.
Il monaco addetto alla foresteria mi ricorda le regole rigide, il comportamento da seguire, le funzioni e di adeguarmi all’orario bizantino. Il calendario gregoriano e l’orario bizantino racchiudono la mia mente in un limbo d’armonia e di tradizione unica e speciale.
Verso le due di notte, un monaco, suonando un grande campanaccio, si spinge fin sull’uscio della camerata della foresteria – dove con una cinquantina di pellegrini tento di dormire – ricordandoci l’ora della preghiera. Stanchi e sfiniti si procede in silenziosa processione fino alla piccola e oscura chiesa, dove incenso e le salmodie forgiano un’atmosfera antica e spirituale.
Non è possibile stare più di una notte nello stesso monastero. Spostandomi verso gli angusti e stretti sentieri, raggiungo la minuscola capitale di Karyes. E’ possibile pernottare nel vicino monastero di Koutloumousio.
Qui la preghiera è continua. Il rispetto dell’icona costante e ci accompagna nel refettorio dove, mentre si mangia un monaco, continua a pregare.
La preghiera e la salmodia sono incessanti per tutta la notte, fermandosi solo la mattina.
La preghiera: motivo che spinge centinaia di monaci, pellegrini a vivere in un ambiente bellissimo ma distante dalla comodità quotidiana.
Il monte Athos è il regno dell’esachia.
L’esichia, dal greco, è la pace interiore, la purezza di cuore, raggiunta attraverso la preghiera.
Jean-Yves Leloup è un prete ortodosso, dopo essere stato un domenicano.
Autore di diversi libri, nell’affascinante L’esicasmo. Che cos’è come lo si vive (Gribaudi, 1992) ci aiuta a comprendere la preghiera e la sua motivazione.
La conversione all’ortodossia è abbastanza diffusa.
La chiesa ortodossa ha un momento di grande rinascita. Le chiese sono piene di fedeli di ogni età. I seminari e i monasteri ricchi dell’entusiasmo dei giovani.
Il tradizionalismo, legato ad un’economia ecclesiastica (deroghe temporanee o permanenti, da una prescrizione normativa, senza per questo inficiare la validità della prescrizione stessa) consente alle persone di poter sviluppare una via alternativa. Sicuramente il fascino del Monte e il misticismo ottenuto nella via della preghiera continua, origine della penetrazione nell’ideale animo umano.
La ripetizione della preghiera “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore” non è frutto di estemporaneità, ma di un duro lavoro di preparazione, di meditazione, di lunghi silenzi, di conoscenza di sé stessi e degli altri.
“Se si volesse riassumere in poche frasi il metodo che lo staretz insegna al pellegrino, si potrebbe dire: «siediti», «taci», «rimani in solitudine», «respira più dolcemente», «fa’ scendere l’intelligenza nel cuore», «respirando invoca il Nome», «abbandona i pensieri», «sii paziente e ripeti spesso questo esercizio».” (Pag. 111)
Per raggiungere una pace è necessario meditare come la montagna, come il papavero, come l’oceano, come l’uccello, come Abramo.
Per riuscirci bisogna conoscere l’ambiente, la natura, gli animali.
Ecco apparire il tema moderno dell’ecologia. Il Monte Athos contiene – grazie al suo isolamento – forme di vegetazione scomparse in altri habitat.
Ma non è un neo-ecologismo tendente al paganesimo, è una consacrazione di Dio attraverso la natura da lui creata:
“La differenza fra Dio e la natura è la differenza che vi è fra l’azzurro del cielo e l’azzurro di uno sguardo…” (Pag. 19)
L’ambiente è da conservare perché è un mezzo per raggiungere l’esicasmo.
Il libro inizia dal Monte Athos, dalla metodologia di raccoglimento – grazie all’aiuto del maestro – per poter ottenere la realizzazione da tutti cercata.
Il profondo misticismo è uno dei motivi d’attrazione all’ortodossia.
Il libro è profondo. E’ una fonte unica d’esaltazione della preghiera.
Interessanti sono le pagine di confronto della preghiera del cuore ortodossa con altre forme simili espresse da altre religioni: il mantra Om, il bhakti yoga, nell’induismo; il dhikr nei sufisti islamici e la ripetizione del nome Amida nel buddismo della Terra Pura.
La preghiera non è un mezzo, ma il fine, perché il suono della parola di Dio – di qualunque Dio parliamo – ci consente di assaporare la sua presenza in noi.
Il viaggio è difficile. Ci sono richiesti sforzi umani notevoli, altri quasi divertenti: «Non si prega allo stesso modo con le natiche strette o con le natiche distese» … «Dio è il medesimo, sia che siamo contratti o distesi, è vero, ma l’uomo teso è meno disponibile ad accogliere la sua presenza; Dio è dappertutto, è esatto, ma Dio è dappertutto solo dove lo si lasci
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