L’esoterismo dell’astrologia
- Autore: Alexandre Volguine
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
"L’astrologia è l’anima dell’astronomia" scrive Alexandre Volguine nel suo libro affascinante L’esoterismo dell’astrologia (Xenia edizioni, 1996, pp. 175), tradotto da Vincenzo Acampora, curato da Joe Fallisi, con prefazione di Angelo Angelini. La definizione è scalzante, si adatta a questa sapienza antichissima, la cui origine l’autore fa risalire all’epoca atlantidea, di cui gli storici nulla possono dirci ma in campo esoterico molto si dice, studiando l’archeologia, le costruzioni megalitiche sparse nel pianeta. Molte sono state osservatori astronomici.
Il riferimento all’anima introduce il lettore nel terreno della ricerca interiore, quindi dell’etica, della filosofia morale. Nessuna filosofia può prescindere da una cosmogonia, dunque l’astrologia è posta dall’autore come pietra angolare e fondamento della conoscenza. Il libro non contiene elementi tecnici e operativi relativi a quest’arte, la quale consta di corrispondenze e influenze tra cielo e terra; per tale scopo esistono moltissimi manuali di consultazione; il testo è invece ricchissimo di agganci alla religione misterica di ogni popolo. Si scopre che i suoi postulati sono sempre gli stessi, di tempo in tempo e dovunque, sia che ci si trovi nell’ambito del cristianesimo o dell’ebraismo, che dell’islamismo, del paganesimo, perché la verità dei saggi è una sola: riconoscere l’universo vivo e animato in ogni sua parte.
Di conseguenza, gli astri vengono sentiti e conosciuti come entità divine al servizio della Divinità suprema, di cui compiono la volontà, così come si intende sia la funzione degli angeli. Angeli e anche demoni, operanti dentro l’essere umano, rappresentati dai medesimi astri, di natura sempre duale. Conoscerli eleva e permette l’auto perfezionamento, la purificazione, l’avvicinamento a Dio, fino, nell’ultima fase del cammino, alla deificazione, alla fusione con il Creatore. Tutto è solidale con tutto.
L’astrologia ha a che vedere con i numeri, soprattutto con il 7 e il 12. 7 sono le potenze planetarie secondo la tradizione, ivi compresi i due luminari. Nei nomi dei giorni della settimana ritroviamo i sette dèi, ma essi sono pure abbinati alle sette lettere doppie dell’alfabeto ebraico. Perché doppie? Entriamo in un mistero. L’energia e l’intelligenza dentro la materia hanno carattere doppio, appaiono benefiche o malefiche a seconda del loro moto, della posizione degli astri tra loro. A livello morale ciò si traduce nel concetto di "bene e male", relativo alla nostra piccola comprensione umana. In Dio esiste anche la componente diabolica. Pensiero vertiginoso e conturbante; il nome di Dio bene-male è “Abraxas”, su cui Jung ha sviluppato la psicologia del profondo. Hermann Hesse ne scrive nel romanzo "Demian". il genio di Baudelaire, che Voulguine cita, fa scrivere al poeta:
"Ormuz e Ariman, voi siete tutt’uno."
Il riferimento è alle due divinità zoroastriane.
Scrive Volguine:
"Non esiste altro diavolo che Dio stesso, raffigurato in nero. Il diavolo è l’ombra, ovvero il lato tenebroso di Dio. Il diavolo è inscindibile da Dio, così come il lato «malefico» di un pianeta è inscindibile dal suo lato «benefico».”
L’autore fornisce tabelle con i nomi di angeli e diavoli relativi allo stesso pianeta, ad esempio Venere è sia l’angelo “Anael” che “Lucifero”. Quest’ultimo prima della caduta era il "portatore di luce", tale è il significato dell’etimo; Lucifero stella del mattino si definisce Cristo nell’Apocalisse. Abbiamo avuto un San Lucifero vescovo di Cagliari nel terzo secolo d.C. Inoltre, fra le altre notizie fornite, che inducono alla meditazione profonda scevra da pregiudizi, veniamo a sapere che nel decimo secolo papa Giovanni XXII beveva… alla salute del diavolo. Possiamo chiederci che cosa potesse significare un gesto simile. Il significato sta nel considerare la vita nella sua interezza, senza il lato oscuro, in genere distruttivo, non potrebbe darsi alcun dinamismo.
Uno studio particolare è riservato al culto del Sole, anch’esso visto come bianco e nero, anche come "Sole di mezzanotte". I grandi misteri eleusini si celebravano di notte.
Lo stesso discorso basato sul dualismo è riservato alle 12 costellazioni dello zodiaco; la loro natura ambivalente si mostra in pregi e difetti legati a ciascuna. Trasmutare il male in bene attraverso la sconfitta dell’ignoranza è il processo alchemico che il tempo compie nel macro come nel microcosmo.
L’“Albero della Vita” cabalistico con le 10 “sephirot” (emanazioni) viene collegato ai 7 pianeti che determinano l’incarnazione e la materializzazione nell’ottavo, la terra; in più abbiamo due entità che presiedono ed emanano i 7: sono le realtà trascendenti di spazio e tempo.
Il genio di Volguine sta nel create parallelismi tra la spiritualità occidentale e quella orientale. Un capitolo è riservato al buddhismo; pure l’induismo è citato continuamente, in relazione ai punti cardinali e allo scorrere delle stagioni, ovvero alla rotazione dell’emisfero celeste. Il monte “Meru” nella regione himalayana, con le sue acque che scorrendo verso il basso compiono 7 giri, come simbolo è affine all’”Albero della Vita”.
Si resta abbagliati dalla lettura proprio per il fatto che la materia trattata ci riguarda intimamente. È una "discesa entro se stessi", anche nel corpo. Nella prefazione Angelini riporta le associazioni caldee tra i 7 pianeti e organi e sistema endocrino: Saturno governa l’epifisi, Giove l’ipofisi, Marte la tiroide, Sole il cuore, Venere le surrenali, Mercurio il pancreas, Luna le gonadi.
Il numero 12 è legato ai 12 elementi fondamentali "che insieme ai quark costituiscono la struttura stessa della materia vivente."
Volguine partecipò alla resistenza francese. Arrestato dai nazisti fu spedito nel campo di concentramento a Mauthausen; lì in cella con J. Bergier predisse al compagno di sventura il giorno esatto della liberazione. Potenza dell’astrologia e della grande intuizione che essa mette in funzione.
Predire sottintende la possibilità, il pensiero, che il futuro pre esista. Anche il tema del "tempo fermo" nel fluire (apparente) - contraddizione in termini secondo la logica aristotelica ma non secondo la fisica quantistica (un fotone è sia una particella che un’onda) - è affrontato nel libro.
Siamo liberi o condizionati? Possiamo superare le influenze astrali? Sì, se riusciamo a perdere la finitezza umana e a fonderci in Dio, secondo la sua volontà. “Fiat voluntas tua”.
“Parlando di liberazione dallo zodiaco, cui tendono tutte queste tradizioni, noi tocchiamo uno dei più grandi misteri dell’uomo.”
Nasciamo liberi, o la libertà va conquistata? “Libertà va cercando”… scrive Dante di Catone, e di ciascuno di noi.
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