L’intruso di Astrid Sodomka

Astrid Sodomka è nata a Vienna, dove vive e lavora tutt’ora. Ha studiato Arti applicate, dal 2009 lavora come artista freelance e ha esposto le sue opere in più di trenta mostre. Inoltre tiene Workshop di introduzione alle arti visive per bambini e insegna in un ginnasio viennese. Nel 2021 pubblica il suo primo romanzo, Josefstadt, di cui sta curando la trasposizione televisiva. Ora torna in libreria con un nuovo avvincente romanzo intitolato L’intruso, pubblicato da Edizioni Le Assassine nel settembre 2024 (trad. di Manuela Vidale).

Il libro è ambientato nel quartiere alto borghese di Josefstadt a Vienna. Durante una festa di compleanno in un asilo parentale viene trovato orribilmente assassinato Amir.

Il povero Amir giace accanto alla tavola di compleanno, rannicchiato in una pozza di sangue sotto le lanterne di carta. Il sangue scorre dal suo ventre, dove la t-shirt gialla sotto il bomber scivolato giù era ormai quasi nera.

Che cos’è un “asilo parentale”?

Asilo parentale, non asilo comunale. Lo gestiamo noi genitori. Siamo a gestione parentale, vale a dire che siamo un’associazione di genitori che gestisce insieme l’asilo, se preferisce lo dirige.

Amir era un volontario che lavorava nell’asilo; chi poteva volere la sua morte? A indagare è l’ispettore capo Giorgios Hansmann, che si trova davanti un’indagine molto complessa perché comprende subito di trovarsi di fronte a un quadro gravemente omertoso, una facciata di buonismo e di progresso che invece nasconde dinamiche culturali e sociali legati ai rifugiati e alla xenofobia, totalmente nascosti e doscurati. Come se non bastasse, poco dopo l’uccisione di Amir una sua foto compare su un gruppo Facebook di estrema destra e viene usata per cercare di osteggiare il più possibile l’ingresso degli stranieri in terra viennese. Chi ha messo la foto? E quale scopo va prefiggendosi?
Sarà gioco forza per lui soprattutto indagare a vario titolo sui membri componenti della comunità, mettendo in luce come spesso proprio gli ambienti all’apparenza più sani e corretti nascondono segreti che possono divenire pericolosi. Sarà quella la via giusta per far luce su di un assassinio particolarmente odioso ed efferato?

La lettura del libro è assai intrigante e mescola il genere giallo a una profonda critica sociale molto accurata e pungente. Le descrizioni sono minuziose, i personaggi abilmente descritti e l’intrigo si svolge piano piano, coinvolgendo il lettore in un vortice lento e misurato ma molto emozionante. È un giallo abilmente costruito che non si limita alla sola investigazione, ma esplora nell’intimo tematiche contemporanee legate, in particolare, alla xenofobia e allo straniero che viene accolto ma con grande ipocrisia e tentennamenti. È un romanzo tra mistero e critica sociale, dove non manca una sottile ironia che fa apprezzare ancora di più la narrazione. Non soltanto: un romanzo di grande attualità, che descrive bene i rapporti tra i residenti e gli stranieri che cercano di introdursi in una società non ben disposta nei loro confronti. Un romanzo che fa molto riflettere.