L’oltraggio
- Autore: Sara Bilotti
- Genere: Romanzi erotici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
Il sesso è un fiume in piena che ha rotto gli argini e ora scorre indisturbato su tutto il territorio letterario. La linea di confine che oggi separa un thriller, un giallo o un romanzo rosa da un erotico è ormai così sottile che quasi nemmeno si vede. Un mondo senza barriere è certamente un mondo affascinante, ma anche un mondo dove l’uomo non è solo uomo, ma donna; e gli animali non sono solo animali, ma amici o figli. Ma un mondo dove non ci sono più etichette, è un sogno che diventa realtà o un equilibrio che diventa caos? Ai posteri l’ardua sentenza...
Quel di cui sono certo è che Sara Bilotti, di questo mondo in progressiva mutazione, è una mutante in grado di cambiar pelle - e dunque identità - da un paragrafo all’altro... a volte, addirittura, da una riga all’altra. Una sorta di Mistica letteraria che, proprio come la famigerata combattente degli X-Men, tende a cambiare pelle. A volte veste i panni di se stessa, altre – ho l’impressione - di qualche altra scrittrice.
Einaudi, dopo “La lezione” di Alissa Nutting, con la giovane autrice partenopea e L’oltraggio continua la sua missione di riabilitare la credibilità della Letteratura Erotica in Italia e nel mondo; ma già per il fatto che per farlo butta sul mercato una trilogia, più che come un sospirato passaggio di consegne suona come un maldestro tentativo di imitazione. Quando poi, sfogliando le prime pagine, tra le mani ci troviamo una fragile protagonista che poco sa fare oltre ad arrossire dinanzi a lineamenti perfetti e corpi statuari, ecco che il paragone con la "sfumata" Anastasia scatta automatico.
Qui i Grey però sono due e sono fratelli: Alessandro ed Emanuele. Il primo è una sorta di Frankestein di pregi, fisici e caratteriali: premure a non finire, scolpite su proporzioni "vitruviane". Il secondo è la fotocopia del primo ma, ovviamente, con a seguito uno strascico di tragedie che lo hanno fatto diventare "il bastardo" della situazione.
I due sono affascinanti. L’autrice ce lo ripete di continuo, così tanto che sembra voler convincere prima se stessa che i lettori, poiché la mia impressione è che non facciano o dicano nulla che meriti di restare impresso nella mente. In più, una domanda mi sorge spontanea: si ha davvero bisogno di tutta questa bellezza e questa ricchezza, nelle storie che si raccontano? Perché i protagonisti di una storia d’amore, o erotica che sia, non possono essere per una volta brutti e poveri?
Tornando alla protagonista, il dilemma di Eleonora somiglia a quello della Bella di Twilight, divisa tra il freddo e misterioso Edward e il focoso Jacob. Alessandro ed Emanuele però non si combattono, la contesa qui è silenziosa e fatta di attese e sotterfugi che puzzano di mistero. I personaggi disegnati intorno ai tre, non mi hanno catturato particolarmente: Corinne, quella che dovrebbe essere l’amica-sorella della protagonista, è una donna senza né capo né coda, con l’unica colpa di essere la fidanzata di Alessandro e di aver rubato la scena (e la madre) a Eleonora quand’erano ragazzine. Maurizio (il terzo e inutile fratello), Denise (la moglie) e June (la compagna di giochi di Emanuele) sono gli altri abitanti di villa Bruges, tenuta immersa nella campagna toscana in cui tutti abitano e recitano la loro parte nella commedia che li vede una felice e moderna combricola che “gioca” a fare la compagnia teatrale in cerca di successo.
Sullo sfondo Raffaele, un vecchio professore compagno di merende del fratello focoso, con il quale organizza serate orgiastiche mai (chissà perché, essendo un erotico) descritte nei dettagli. Mina, la governante della tenuta. Antonella, la psicologa. Michela, la direttrice di un famoso teatro di Firenze e Greta, la madre dei due fratelli, che d’un tratto torna da chissà dove per svelarci una parte del mistero per poi sparire di nuovo nel nulla come un fantasma.
Vi dirò la verità: io non lo so se questo libro mi è piaciuto o meno. Ho sentimenti contraddittori a riguardo. Le sue pagine mi hanno chiamato a gran voce ogni volta che il mio sguardo si posava sul libro; ma nuotarvi dentro mi ha lasciato sulla pelle una sensazione d’incompiutezza che non sono mai riuscito a levarmi di dosso. E il desiderio di scoprire come si evolveva la storia di Eleonora, Alessandro ed Emanuele mi faceva compagnia nel tempo in cui mi dedicavo ad altro; ma ogni volta che smettevo di leggere, provavo fastidio. L’oltraggio è stato, ed è tutt’ora per me, un enigma di cui non riesco a trovare una soluzione.
Una cosa va detta: Sara Bilotti è una brava scrittrice. Molto. È proprio lei, la terza persona narrante, il personaggio più interessante e denso dell’intera storia. Il suo linguaggio, i suoi ragionamenti a voce alta sono però perle impigliate in una trama sì originale ma con molti, forse troppi, punti deboli. I suoi occhi mi mostrano un mondo affascinante, ma che si disgrega sotto i colpi di dialoghi pesanti e quasi mai avvincenti, conditi con frasi e soprattutto atteggiamenti di una banalità sconcertante. La mia matita ha gioiosamente danzato con le frasi ispirate dell’autrice molte volte, nella vasta sala da ballo di questo romanzo, ma è inciampata di continuo quando a condurla sono stati i personaggi della storia anziché Lei.
Io non lo so se la sua storia è stata in qualche modo pilotata verso rotte più “digeribili” al vasto pubblico dalla casa editrice, quello che so è che questo non può essere considerato un erotico. L’erotismo provoca. L’erotismo concepisce, nella mente dei lettori, mondi che mettono in discussione tutti gli altri. L’erotismo preme sulle pareti della morale, mostrando a chi la abita che sono elastici e non di cemento armato come invece ci hanno fatto credere coloro che l’hanno costruita.
Questo libro, questo potere non ce l’ha. Il sesso qui è un fatto che riguarda i corpi, non la mente; e non mi basta sapere che a Eleonora piacciono gli ordini di Emanuele per giustificare ciò che tra loro accade in maniera quasi sempre sbrigativa e monotona. L’oltraggio è tenuto in piedi dal segreto della famiglia Vannini e non dal desiderio o dal conflitto psicologico che tiene la giovane insegnante nel limbo dell’indecisione tra i due fratelli sino alla fine.
Se lo consiglio? È certamente una buona lettura, ma mi aspettavo di più. Se leggerò anche il seguito? Non lo so. L’istinto mi dice di schiacciare il tasto rewind e andare al romanzo d’esordio “Nella carne” della talentuosa scrittrice. Forse lì, lontano dai fari del grande palcoscenico, troverò una Sara allo stato brado che saprà mostrarmi quello che di Lei non sono riuscito a cogliere.
L'oltraggio
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