L’ora preferita della sera
- Autore: Valeria Viganò
- Genere: Raccolte di racconti
- Casa editrice: Feltrinelli
“Questo libro ha a che fare con alcuni canzoni, brani che rievocano la memoria passata e producono per il futuro. Brani che coprono trent’anni … il tributo nasce dall’idea che queste canzoni lascino, come certi libri che imprimono una svolta, il segno indelebile dell’emozione e del riflesso nella mente in cerca di più virtù. Conosco ancora oggi, pur non avendole riascoltate da tempo immemorabile, le strofe che a queste canzoni appartengono, e ho scoperto di non essere la sola. L’oblio che ha intaccato molti e più avvenimenti dell’esistenza non ha scalfito neanche una rima.“
Il libro della scrittrice Valeria Viganò, L’ora preferita della sera, è una raccolta di otto racconti ispirati da alcuni dei più famosi brani musicali di cantautori italiani quali Guccini, Battiato e Fossati. Scritto con una prosa armoniosa ed elegante che affascina il lettore, in alcune delle pagine non è affatto difficile riconoscersi in quanto i sentimenti narrati, le emozioni, l’amore, le paure, l’inquietudine, appartengono ad ognuno di noi. Sono storie di uomini e donne, protagonisti silenziosi delle loro vite, alcuni alla ricerca di un cambiamento, altri di un proprio riscatto.
“La scrittura ha un ritmo, una musicalità che cambia di libro in libro, di autore in autore … il suo percorso interiore, i suoi alti e bassi hanno ripercussioni che cambiano il battito del cuore, seguire l’andamento musicale è un tentativo di lasciare andare e poi ricatturare le parole, inventare le storie è un piacere privilegiato della scrittura, che sa amplificare ciò che è condensato in strofe, sa sciogliere i nodi delle rime cantate.“
Il primo racconto, “ Questa mia generazione”, è la storia di un terrorista latitante in India. Fuggito dall’Italia, vive la passività e l’immobilità come valori religiosi che attribuisce alla conoscenza e all’osservazione dello scorrere della vita del popolo indigeno. In gioventù, insieme ai suoi compagni a Milano, credeva che armandosi avrebbe potuto sconfiggere lo sfruttamento degli uomini. Si rende conto, nel mezzo delle dune che lo mantengono distante dal mondo, dove vive ormai da quindici anni, di aver dedicato anni ad un gruppo di persone che credeva solo in una mistificazione ideologica. L’esser sfruttati è una condizione di vita alla quale quotidianamente alcuni popoli sono sottomessi. Il suo disincanto, al limite del cinismo, è un’attitudine maturata dalle illusioni mancate, perché ogni giorno constata, guardando quelle strade polverose, che lo sfruttamento è uno dei pilastri della natura umana.
Erminio è invece il protagonista de Le ingiurie degli anni. Ormai, solo da quando è morta la moglie, trascorre la domenica con il figlio e la sua famiglia. Si prepara indossando la sua vecchia giacca grigia pensando alla giornata che trascorrerà fra suoni e sorrisi dei suoi nipoti. La sua è stata una vita trascorsa sui treni, lo sogna ancora il suo treno, sente ancora nelle gambe e nel corpo il tremore del ferro, lo stridore della frenata. E’ nel sogno che rivive il passato riscoprendosi, alla fine del viaggio, più pacato e silenzioso.
Il racconto L’ora preferita della sera, che dà il titolo al libro, descrive invece un legame nato per amore della musica e narrato in una lettera che mai sarà spedita. La musica echeggia con le sue note ed è improvvisa la voglia di scrivere, di posare sui fogli immacolati tutto l’amore e la propria illusione. Una lunga confessione che racchiude il tempo trascorso con tutta la malinconia accresciuta dall’amarezza della maturità degli anni:
sai com’è, dopo tanti anni, in chi ha amato più a lungo rimane una diffusa tenerezza ma, in chi ha superato quell’amore, si intravede solo una pallida curiosità.
Un viaggio fuori e dentro di noi, in compagnia di alcune canzoni le cui strofe musicali appaiono come uno strumento privilegiato nel comunicare le nostre dinamiche interne, le emozioni, le passioni e la sofferenza che ci rendono consapevoli dell’impossibilità di coniugare le fiduciose attese con la cruda realtà.
La scrittrice Valeria Viganò, nata a Milano, vive e lavora a Roma da trent’anni. Collabora con L’Unità e La Repubblica. Studiosa di Virginia Woolf, insegna da anni a Roma scrittura creativa. Tra i suoi libri ricordiamo Il tennis nel bosco, Prove di vite separate, L’ora preferita della sera, Il piroscafo olandese e l’ultimo La scomparsa dell’alfabeto.
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