L’ospite americano. Una indagine del maresciallo Chilleri
- Autore: Luca Martinelli
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Il primo è stato Il Palio di Sherlock Holmes, nel 2009. Pensate, uno scrittore di natali senesi, giornalista, direttore responsabile della rivista dell’Associazione degli sherlockiani italiani, avviava la carriera narrativa con un romanzo che legava la città paliesca d’origine alla passione per l’infallibile investigatore inglese.
Il recente poliziesco di Luca Martinelli di cui ci occupiamo non fa parte però dei titoli sherlockiani, pure numerosi. È da marzo nelle librerie fisiche e in rete L’ospite americano. Una indagine del maresciallo Chilleri (Modena, 2024, 280 pagine), nella riconoscibile ed elegante veste standard dei Gialli Damster, collana della casa editrice modenese marchio delle emiliane Edizioni del Loggione.
Un bel giallo classico vivace, ben portato, elegante e originale, ambientato a Prato, dove Luca vive dall’età di quattro anni. Nella capitale delle stoffe, è in servizio nei primi del Novecento il sottufficiale dei Reali Carabinieri Giorgio Chilleri. Dopo oltre trentanni di polizia militare in giro per il mondo - dalla Roma liberata il 20 settembre 1870 all’Eritrea, finanche la Cina nella spedizione contro i Boxer - si trova per la prima volta a combattere il crimine, affrontare furti, truffe, delitti, in quel di Prato. Compiti inediti, svolti in modo impeccabile in virtù di un proprio codice d’onore, che pure patisce una macchia, un caso irrisolto due anni prima, non per sua responsabilità, ma di cui non riesce a farsi una ragione.
Nella stessa cittadina operosa, giunge in quel luglio 1906 un giovanotto di colore, Mattew Hardy, a scatenare chiacchiere nei caffè, nelle osterie, in piazza, a mettere a soqquadro l’ordinato tran tran locale, a fare arrossire gote femminili e scuotere buoni padri di famiglia, che non esitano a denunciare alle forze dell’ordine la presenza inusitata di un aitante, florido, ben vestito, poco più che ventenne colored, il primo mai visto in Prato. È sbarcato recando un carico di stracci destinato al Lanificio Bini. Udite, udite: l’hanno visto entrare in casa della vedova.
Nella presentazione della non ancora quarantenne Cristina Mazzoni Bini e dell’assassinato marito, il ricco imprenditore Riccardo, si può apprezzare un primo scampolo del Martinelli’s fiction style.
È subito evidente, dalla prima pagina, che Luca scrive bene, con tanto buon gusto narrativo e tocchi personalissimi, da autore horst categorie (fuoriclasse). Ditemi voi quale altro narratore ricorrerebbe mai alle Idi fatali a Cesare per presentare un omicidio, nell’antefatto.
“Nell’aprile del 1906, nei giorni delle Idi, a quanto pare i migliori per ricevere pugnalate”.
Le circostanze della morte dell’industriale tessile, tra i più noti di Prato, hanno spinto i concittadini a spargere malignità incontrollate, a mani piene, finendo per colpire la stessa consorte. Mai la signora Cristina avrebbe immaginato di restare per settimane al centro dei pettegolezzi cittadini. Però, avrebbe dovuto aspettarselo, lei tanto per bene, in vista, di posizione sociale elevata, di famiglia così ricca e potente. Il defunto, titolare di un grande lanificio, vendeva stoffe a mezzo mondo, primo a intraprendere commerci con gli Stati Uniti. Al resto provvedono gli invidiosi, che non mancano di evidenziare stranezze: perché mai s’era avventurato in automobile in una stradina isolata di campagna? Non è forse la carrozzabile che porta alla residenza di Nicole Hofer? Più che piacente, nel fiore degli anni, sospettata di frequentazioni intime che avevano indotto il coniuge a ottenere il divorzio, una volta rientrato in Austria. Il Bini era un inguaribile sciupafemmine, l’austriaca una donna di costumi facili a scivolare dai fianchi, sicché: il mistero è risolto.
Maldicenze, volgarità, condanne, echeggiano tanto nei salotti della buona società che nei mercati, perfino sui sagrati delle chiese. Non si fa distinzione tra Nicole, Riccardo e Cristina, triangolo fatale. Contro di lei c’è chi rincara la dose:
“Faceva il suo dovere a letto? Perché le corna mica vengano per caso?”
Le linguacce aggiungono che se dal funerale non ha più messo piedi fuori di casa, nemmeno per la messa domenicale, riceve tuttavia tre uomini a cadenza settimanale: un prete fiorentino di mezza età, un giovane avvocato, sempre da Firenze e il notaio pratese Santi. Riconoscono che una vedova possa pure avere urgenza del conforto di un sacerdote e di sistemare questioni d’affari ed eredità con avvocati e notai. Perché, però, andare a trovarla ognuno per suo conto?
Già potrebbero bastare e avanzare queste voci, ma c’è chi cala l’asso. Il giornalista Bellini mette al corrente il maresciallo di qualcosa di sconveniente, non sfuggito ai soci bene del Club dei Biliardi. Quel “bel pezzo di marcantonio africano”, come l’ha definito la moglie del notaio Parretti, dopo un po’ ch’era in casa della vedova mica è stato visto uscire. Oltre lo stretto tempo di un caffè e due parole di cortesia, un uomo non dovrebbe trattenersi presso una donna rispettabile.
Né si può pensare che trattino commerci: la signora Mazzoni Bini non ha ancora ereditato formalmente, in più era ora di cena, inadatta a colloqui d’affari.
Vogliamo rialzare la posta? Il baule dell’ospite è ancora nella villa.
Dopo l’asso, il jolly: la Hofer viene trovata cadavere, il primo, non l’ultimo del romanzo. Basta però così con le esternazioni sulla trama.
Dimenticavo. Mi rivolgo a Luca Martinelli, da collega a collega: “bada la gente”, come dicono a Lucca. Tu sei certamente in buona fede, ma insistere con quell’aggettivo... tu sai, io non lo ripeto... attento al politically correct, ai maldicenti, come e più dei pratesi del primo Novecento.
Dimenticavo ancora: il maresciallo Chilleri è un appassionato di Sherlock Holmes, un seguace, vista l’attività investigativa svolta da entrambi.
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