L’ultima alchimia di Silvia Alonso

L’ultima alchimia di Silvia Alonso (Brè Edizioni, 2023) è un noir ambientato nella Milano notturna, dove le protagoniste sono le Regine della notte, ballerine di pole dance e mistress per le quali gli uomini farebbero follie.
Belle, colte e disinibite: sono loro le indiscusse dominatrici che giocano con le torbide fantasie maschili.
Un delitto a sfondo “bdsm”, un’indagine il cui protagonista (il commissario Bellavista detto “il bavoso”) arranca nel buio, ingannato dai suoi stessi incubi.
Pare quasi che i ruoli si ribaltino e che siano le Signore della Notte a portare il commissario dove meglio credono.
Ma anche tanto brivido, mistero, suspence.
Psicologia fina, stile raffinato.
Un romanzo trasversale che può rientrare nel noir, nel thriller per certi versi e a tratti erotico. Mai volgare o scontato.

La trama non è complicata.
Maddalena Santacroce (detta Maddy), giovane ballerina di pole dance laureata in lettere, viene improvvisamente chiamata in commissariato in qualità di migliore amica di Cristiana Carofiglio, praticante mistress sospettata di essere la principale colpevole del delitto, al momento latitante.
La vittima del gioco erotico estremo è Mattia D’Angelo, un ex acrobata del Circo di Montecarlo, che è stato ritrovato morto per asfissia causata della pratica del bondage.
Messa alle strette dall’interrogatorio del commissario Bellavista, non insensibile al fascino dell’indagata, Maddalena ne intuisce il lato debole e lo seduce, per poi sfuggirgli sul più bello. Riesce a inventarsi un alibi provvisorio, dopo avergli raccontato la sua triplice vita: è supplente al liceo, ma arrotonda il precariato con l’attività di cartomante e quella di inserviente nei locali notturni.

Cercando di mettere insieme i dati a sua disposizione, il commissario intuisce che l’omicidio potrebbe essere legato a una visione esoterica del mondo sadomaso.
Fil rouge di una tale visione sarebbero le forti emozioni fisiche e la scarica di adrenalina che legherebbe le pratiche di bdsm alle performance degli artisti aerei, in particolare la nostalgia del vuoto che genererebbe dipendenza, come avviene per le crisi di astinenza.