L’ultima paziente
- Autore: Gabriel Rolòn
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2013
Quella del detective della domenica (nel senso di dopolavorista) sta diventando una figura di genere alquanto frequentata. Col personaggio di Pablo Rouviot, l’argentino Rolòn si inserisce nel format inaugurato da Wulf Dorn (“La psichiatra”) calando l’asso dello psicologo-investigatore che ne “L’ultima paziente” (Piemme, 2013) deve sbrogliare i bandoli di un’intricata matassa familiare e, al contempo, vedersela con tipacci affatto raccomandabili, degni di una trama hard boiled.
Il romanzo è un piccolo “caso” letterario (in Argentina è in testa alle classifiche ed è in corso di traduzione in diversi Paesi), forse perché ha l’aria tipica e gli ingredienti giusti del giallo-thriller e sin dalle prime battute ti afferra per la collottola e non ti molla più.
Incipit e succo del racconto in sintesi: Pablo Rouviot è uno psicoanalista-scrittore-conferenziere, affermato & belloccio (immaginatelo come un tipo alla Paolo Crepet), frequentatore dei meandri della psiche per mestiere e vocazione. Come si conviene ai mistery con dentro bulli, pupe e dosi massicce di suspense, tutto comincia con la visita, nel suo studio di Buenos Aires, della seducente Paula Venussi, figlia di un imprenditore in odor di malaffare, morto da poco per mano del figlio, giovanottone affetto da turbe psichiche e reo confesso. Tutto troppo facile e la sorella non se la beve: il mandato che affida a Rouviot prevede di scagionare il fratello, periziandone la capacità di intendere e di volere. Messa così potrebbe sembrare un gioco da ragazzi (per un guru della psicoanalisi con doti da tombeur de femmes, figuriamoci poi) ma di fatto si rivela un cimento per uomini durissimi e scafati che più scafati di così si rischia di rimetterci la pelle (appunto).
Il plot si dispiega tra svariate sfumature thrilling e altrettanti incontri ravvicinati con personaggi (uomini e donne), messi lì apposta per la tensione e per intorbidare le acque (regine di cuori, tipi poco raccomandabili, commissari di polizia burberi-benefici, colleghi sodali, enfant prodige della musica - la sorellina di Paula - e chi più ne ha più ne metta, se ancora riesce a metterne), fino alle ultime pagine con finale a sorpresa (ma no!). Questa la sostanza del polpettone-giallo in pillole, che dire adesso della sua forma? Che non vanta pretese letterarie e nemmeno le ha: è un onesto prodotto di intrattenimento per lettori che, stufi di investigatori venuti dal freddo (leggi Finlandia e Paesi Scandinavi) e/o di altri siculo-surreali, volessero cimentarsi con una storia a tinte forti made in Pampa. Un libro che capita a fagiolo per l’imminente arrivo del solleone.
L'ultima paziente
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ultima paziente
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