L’ultima ricamatrice di Elena Pigozzi

Elena Pigozzi ha pubblicato nel 2020, con la casa editrice Piemme, un libro intitolato L’ultima ricamatrice. La grande forza insita in questa vicenda è il linguaggio poetico con cui viene narrata. Ha un fascino in cui ci si perde, sognando.

L’ultima ricamatrice racconta la vicenda di una donna chiamata Eufrasia, il cui nome significa “colei che racconta il bene”. Eufrasia abita in una casetta ai bordi del bosco, in una:

“abitazione a striscia di budello, che serpeggia sul colle tra il verde della piana”.

Eufrasia è l’ultima di una stirpe di donne ricamatrici, specializzate in “quell’arte mia che ricama parole, le taglia a misura perfetta del cliente”.

Un giorno si trova innanzi una giovane fanciulla di nome Filomela, che sta per sposarsi, e le chiede di ricamare il suo corredo da sposa. Eufrasia è già anziana, e allora le due insieme ricameranno fino a costituirlo interamente. Ben presto, però, Eufrasia si rende conto che la bella fanciulla nasconde qualcosa e al contempo si aspetta da lei qualcos’altro, oltre al ricamo. Che cosa vuole veramente? Inizia, così, il racconto di una generazione di donne, Esther, Clelia e Miriam, che soffrono, amano, e vivono una vita speciale, non sempre perfetta, ma di grandi sentimenti.

Un libro poetico, dove la narrazione intesse i fili di tante esistenze, con un riguardo particolare:

“E quando stringo l’ago, ci passo il filo, afferro la stoffa, che inizio il viaggio. Allora ricamo o tesso le storie che sento dentro e sono certa di imprigionarle nella seta, e di ripetere i giorni, i mesi, gli anni.“

L’ultima ricamatrice ha una trama ben elaborata, ricca di personaggi vividamente descritti. Una prosa elegiaca caratterizza il testo, e la lettura diventa, così, ricca di fascino e di bellezza. Particolarmente indicato a un pubblico femminile.