L’ultima vittoria della Serenissima
- Autore: Alberto Prelli, Bruno Mugnai
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Mamma li Turchi! Ma nell’estate 1716 a correre a gambe levate furono i guerrieri ottomani, non esclusi i feroci giannizzeri. A trecento anni di distanza da un evento militare vittorioso per la Cristianità, le edizioni bassanesi Itinera Progetti hanno pubblicato nel novembre 2016 un ricco volume, di grande formato e con eccellenti illustrazioni: “L’ultima vittoria della Serenissima. L’assedio di Corfù”, a cura di Alberto Prelli e Bruno Mugnai (160 pagine, 28 euro). La veste è quella di un album, con i suoi 21x28 centimetri, le 45 tavole a colori e 12 di immagini, con dettagli eccellenti sull’uniformologia dei combattenti contrapposti.
Un lavoro decisamente accurato dei due autori. Prelli è specializzato in teatro e storia, Mugnai esperto in storia militare ed equipaggiamenti da guerra, specie del 1600-1700. Un libro di fattura non comune, graficamente accurato e splendidamente illustrato, come detto. Soprattutto, spiccano le tavole con i figurini a colori, tre per pagina, dei soldati e ufficiali della Serenissima e dell’esercito della Mezzaluna, che consentono di cogliere particolari interessanti delle uniformi e dotazioni.
Prelli, per la parte veneziana e Mugnai per quella ottomana, analizzano in avvio i due eserciti contrapposti, nella loro consistenza generale. Inquadrano storicamente il contesto e si impegnano in una dettagliata ricostruzione delle giornate di assalti degli assedianti e di audaci sortite degli assediati. La cronaca si basa su documenti, relazioni, dispacci e lettere dei principali condottieri delle forze cristiane, il comandante magdeburghese della piazzaforte veneto-cipriota Johann Matthias von Schulenburg, il suo aiutante generale Demetrio Stratigò ed altri alti ufficiali, Andrea Pisani, Andrea Corner, Nicolò Erizzo.
Una traccia del contenuto storico del saggio si ricava dalla breve appendice sommaria, in lingua inglese, proposta in chiusura del libro, redatto beninteso in italiano.
Riaperte le ostilità contro la Repubblica di Venezia, la Sublime Porta aveva conquistato nel 1715 l’intero Peloponneso, perso precedentemente con la pace di Carlowitz del 1699. Ad ostacolare l’accesso in Adriatico, offrendo una base alle navi della Serenissima, restavano l’isola e i porti di Corfù, difesi dalla cittadella fortificata.
Con un consistente sforzo economico, il Senato veneziano arruolò tremila svizzeri e cinquemila italiani e tedeschi, provvide alla costruzione di altre dieci unità navali da guerra ed offrì il comando della difesa di Corfù al feldmaresciallo di Magdeburgo, riconoscendogli un ingaggio di 10mila zecchini d’oro.
Erano però pessime le condizioni in cui Schulenburg trovò la fortezza, nel febbraio 1716. Le mura sembravano indebolite in più punti, la guarnigione era ridotta a 600 uomini e si contavano solo 250 cannoni efficienti.
Fu indirizzata immediatamente a Venezia la richiesta di armi, munizioni, soldati e cibo. Non c’era tempo da perdere. La flotta ottomana si affacciò infatti nel Canale di Corfù già il 4 luglio. Pochi giorni dopo cominciarono a sbarcare 30mila fanti (oltre a 3mila cavalli), che si accamparono davanti alla fortezza, avviando razzie in tutta l’isola. Occorse tempo, però, per predisporre trincee d’assedio e batterie. Questo dette respiro alla guarnigione assediata, che disponeva di approdi liberi, nei quali affluirono uomini e materiali, portando i difensori a 3134 “abili”, compresi però anziani e ragazzini.
Attacchi preliminari assicurarono ai Turchi il possesso di due monti antemurali, il San Salvatore e il D’Abramo, sui quali piazzarono cannoni per battere le fortificazioni.
Sfruttando l’enorme superiorità numerica (ma il 15 agosto un altro convoglio europeo era riuscito a trasportare 1200 rinforzi), il comandante ottomano Kara Mustafà scelse di far cadere il forte con assalti ripetuti, invece di condurre un assedio sistematico e cercare di produrre brecce nelle mura. Gli scontri così furono continui.
Il 18 agosto Schulenburg ordinò la sortita di 800 coraggiosi. Dopo averla respinta, l’ammiraglio turco lanciò un attacco generale: il giorno seguente 12mila musulmani si scagliarono contro il nemico. Occuparono qualche posizione, ma vennero ovunque ricacciati su quelle di partenza, con la perdita di 2mila combattenti tra morti e feriti, contro 450 cristiani.
Nella giornata successiva, una tempesta si abbattè sulla scena di guerra, devastando accampamenti e trincee ottomane. I danni alle navi furono ugualmente considerevoli. Un fulmine folgorò tre marinai turchi. Le vele ne uscirono stracciate, ridotte in condizioni precarie.
Tra il 21 e il 22 agosto, avendo appena finito di subire un intenso fuoco di moschetteria contro le difese, gli assedianti notarono un gran movimento nel campo avverso. In seguito, pattuglie mandate in ricognizione lo scoprirono completamente deserto, sebbene pieno di materiali abbandonati, compresi 72 cannoni lasciati a terra. I Turchi si erano imbarcati nottetempo.
Due anni dopo, venne firmata la pace a Passarowitz, tre secoli esatti orsono.
L'ultima vittoria della Serenissima. 1716. L'assedio di Corfù
Amazon.it: 26,60 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’ultima vittoria della Serenissima
Lascia il tuo commento