L’ultimo ballo di Charlot
- Autore: Fabio Stassi
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2012
La vita del grande attore rivista da Fabio Stassi. Una rivisitazione del percorso che dalla nascita ha portato Charlie Chaplin a essere uno dei pionieri del cinema diventando uno dei più importanti cineasti di sempre. Un romanzo coinvolgente.
Chi ha amato, si è fatto coinvolgere, si è emozionato leggendo E’ finito il nostro carnevale, non può non apprezzare l’ultimo romanzo di Fabio Stassi. Riprendendo la stessa struttura dell’altro libro, rifacendosi allo stesso modo di raccontare L’ultimo ballo di Charlot ripercorre in maniera magistrale la vita del grande attore e produttore inglese.
La notte di Natale del 1971 la Morte si presenta davanti al cineasta il quale per non morire fa una scommessa: se farà ridere la Vecchia rimanderà di un anno l’appuntamento. Questo gli dovrebbe permettere di accompagnare nella crescita il piccolo figlio Christopher e di permettergli di scrivere una lettera che possa spiegargli chi era suo padre. E infatti nella notte di Natale del 1977 l’attore racconta per iscritto al piccolo Chaplin tutta la sua storia che ruota intorno al mondo del cinema dagli albori fino ai più grandi successi e alle più intime delusioni.
Con il suo stile inconfondibile, Stassi ripercorre la vita di uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, dando la propria impronta romanzata e romantica a una vita fatta di passione per il cinematografo e per l’umanità intera, un’umanità che Charlot, con le sue fantastiche ed esilaranti gag, vuole rappresentare e far vedere a tutto il mondo, quella degli umili, degli oppressi, degli sfruttati, degli ultimi.
La comicità è mancina come me, Christopher. Irride i ricchi, rimette le cose a posto, ripara le ingiustizie.
E nel dipingere questo quadro, lo scrittore immagina accanto alla biografia ufficiale dell’autore una parte non conosciuta e mai raccontata, ma che ben si innesta al resto completandolo nel modo più naturale e donando al tutto una nota ancora più sentimentale e malinconica. Di quella malinconia che non rattrista ma fa semplicemente riflettere e avvicinare il lettore ancora di più all’opera.
Facendo un parallelo con E’ finito il nostro carnevale anche questa volta l’autore lascia al protagonista l’onore e l’onere di raccontare la sua storia quando questa non ha più quasi niente da dire. Nel primo caso lo spunto è dato da un articolo giornalistico, in questo caso da una lettera da lasciare al figlio piccolo per potergli spiegare chi era suo padre. Inoltre anche questa volta l’autore mostra una conoscenza approfondita del soggetto del romanzo che gli permette di entrare nei dettagli e di modificarli dove serve o di innestarvi le proprie “immaginazioni” in modo da farle sembrare verosimili. Infine l’umanità rappresentata è quella soprattutto dei poveri, degli emarginati, dei “diversi”.
L'ultimo ballo di Charlot
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