L’uomo che non poteva morire
- Autore: Timothy Findley
- Casa editrice: Neri Pozza
Il 17 aprile 1912 un uomo di nome Pilgrim tenta di suicidarsi impiccandosi ad un albero. Pochi istanti dopo il ritrovamento, però, il suo cuore ricomincia a battere. Accompagnato dalla sua amata amica, Lady Symbol Quartermaine, Pilgrim viene ricoverato nella clinica psichiatrica di Zurigo diretta da Jung. Con il famoso analista, l’uomo ingaggia una vera e propria battaglia che porta Pilgrim a confessare la sua stupefacente storia: una vicenda che dura da 4000 anni e che include figure storiche come Leonardo da Vinci, Henry James, Oscar Wilde... Pilgrim è pazzo? I suoi ricordi sono il frutto di una mente malata o attestano veramente la sua immortalità? (Note di copertina)
Difficile scrivere una recensione di questo romanzo così particolare, impegnativo ma molto interessante, che offre spunti di riflessione sull’immortalità (sapere di non poter morire rende infelici al punto di rasentare la follia?), sulla reincarnazione, sulle tortuosità della psiche umana. “L’uomo che non poteva morire” permette anche di conoscere aspetti della vita di personaggi che il protagonista stesso sostiene di aver conosciuto nelle sue vite precedenti (come Oscar Wilde, Leonardo Da Vinci) e soprattutto della vita di Jung, celebre psichiatra che accetta di prendere in terapia il protagonista tentando di dare una spiegazione razionale a una vicenda tanto assurda e irrazionale. Le conversazioni con Jung (in cui sente parlare anche la sua coscienza mentre si rivolge agli altri) fanno riflettere su quanto spesso siamo combattuti tra istinto e razionalità; nella nostra testa c’è sempre una voce che ci guida verso ciò che alla fine si rivela giusto. In ognuno di noi ci sono un angelo e un demone che guidano le nostre decisioni e che spesso ci confondono lasciandoci indecisi se ascoltare la parte buona o quella "cattiva". Mi è venuto in mente a questo proposito un testo che ritengo magnifico per i molteplici spunti di riflessione che offre, dal titolo "Il codice dell’anima" in cui viene descritta la presenza nella nostra vita di questo "compagno segreto" che ci indirizza verso determinate scelte e che ci fa percorrere una certa strada. I libri che ti permettono di conoscere i misteri della natura umana, che danno valore al nostro percorso sulla terra sono a mio avviso sempre affascinanti, avvincenti e in un certo senso magici. "L’uomo che non poteva morire"è uno dei libri più stimolanti ed enigmatici che io abbia mai letto.
L'uomo che non poteva morire
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Difficile scrivere una recensione di questo romanzo così particolare, impegnativo ma molto interessante, che offre spunti di riflessione sull’immortalità (sapere di non poter morire rende infelici al punto di rasentare la follia?), sulla reincarnazione, sulle tortuosità della psiche umana.
“L’uomo che non poteva morire” permette anche di conoscere aspetti della vita di personaggi che il protagonista stesso sostiene di aver conosciuto nelle sue vite precedenti (come Oscar Wilde, Leonardo Da Vinci) e soprattutto della vita di Jung, celebre psichiatra che accetta di prendere in terapia il protagonista tentando di dare una spiegazione razionale a una vicenda tanto assurda e irrazionale.
Le conversazioni con Jung (in cui sente parlare anche la sua coscienza mentre si rivolge agli altri) fanno riflettere su quanto spesso siamo combattuti tra istinto e razionalità; nella nostra testa c’è sempre una voce che ci guida verso ciò che alla fine si rivela giusto. In ognuno di noi ci sono un angelo e un demone che guidano le nostre decisioni e che spesso ci confondono lasciandoci indecisi se ascoltare la parte buona o quella "cattiva".
Mi è venuto in mente a questo proposito un testo che ritengo magnifico per i molteplici spunti di riflessione che offre, dal titolo "Il codice dell’anima" in cui viene descritta la presenza nella nostra vita di questo "compagno segreto" che ci indirizza verso determinate scelte e che ci fa percorrere una certa strada. I libri che ti permettono di conoscere i misteri della natura umana, che danno valore al nostro percorso sulla terra sono a mio avviso sempre affascinanti, avvincenti e in un certo senso magici. "L’uomo che non poteva morire"è uno dei libri più stimolanti ed enigmatici che io abbia mai letto