Il coccodrilo di Palermo
- Autore: Roberto Andò
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: La nave di Teseo
- Anno di pubblicazione: 2025
Avevo molto apprezzato il romanzo di Roberto Andò dal titolo Il bambino nascosto, poi divenuto una serie tv, e mi era piaciuto moltissimo il suo film La stranezza, dall’atmosfera magica; ora con curiosità ho letto il suo ultimo romanzo in uscita per La Nave di Teseo, Il coccodrillo di Palermo (2025), che non mi ha certo deluso, anzi l’ho trovato estremamente intrigante per i veri temi che intercetta.
Siamo a Roma, quartiere Prati, dove si aggira l’io narrante, il regista di documentari Rodolfo Anzo, in cerca della sua scassata Panda. Ha deciso di partire per Palermo, perché la vicina di casa dei suoi genitori (il padre è morto dieci anni prima) ha trovato la porta aperta e certamente i ladri ne sono responsabili; parte malvolentieri, arriva a Messina con il traghetto e di lì imbocca l’autostrada per Palermo, dove non è più tornato dopo aver sparso le ceneri di suo padre, poliziotto dei servizi segreti morto nel sonno. Ma qui lo aspettano molte sorprese; la vicina di casa che lo ha chiamato è una coetanea che si mostra molto curiosa e desiderosa di avvicinarglisi.
Fa molto caldo, in casa non hanno rubato nulla, dunque dopo qualche giro inutile per casa, convinto di voler tornare presto a Roma per i suoi impegni con un nuovo film, si imbatte in una cassaforte chiusa e in scatola di mogano, sigillata. Dopo averla forzata, scopre all’interno “Le istruzioni per la cassaforte” e vi trova conservate sei bobine con il sigillo dell’autorità giudiziaria. Indeciso sul da farsi, le osserva a lungo, poi richiude il coperchio e va a dormire.
Da qui comincia davvero l’avvincente narrazione. Le sei persone a cui il padre gli chiede di restituire le registrazioni carpite e non riconsegnate, in una sorta di vicenda illegale, mettono a dura prova la coscienza del regista: chi sono queste persone, che rapporti avevano con il suo serio e integerrimo padre? Perché quel misterioso incarico a suo figlio, che ne scopre l’esistenza a dieci anni di distanza da quel lascito? Rodolfo si improvvisa detective, ricerca le persone che erano state vicino a suo padre, un amico-non amico, un tale di nome Spadillo, figura ambigua; il giornalista Eduardo Licante, la sua ex guardia del corpo, il cancelliere del tribunale che era stato beneficato da Riccardo Anzo; ma soprattutto chi era davvero suo padre? Rodolfo si accorge di averlo conosciuto pochissimo, tale era il suo riserbo, la sua ritrosia a parlare di sé, a esprimere i suoi sentimenti e a esporsi all’esterno. Così Rodolfo, che nel frattempo sta differendo i suoi impegni di lavoro, si infila in un’indagine sempre più misteriosa; conosce e insegue Alessandra, una delle destinatarie delle bobine, che scopre essere la figlia di Esmeralda, con la quale suo padre aveva avuto una breve liaison. Ma non è la sola scoperta.
Una specie di educazione sentimentale, quella che porta un figlio ultraquarantenne a scoprire la vera identità di un padre, di un professore, di un poliziotto, di un rappresentante dello Stato che nei servizi segreti aveva intercettato e spiato ignari cittadini: colpevoli? Forse no. Questione estremamente delicata che turba profondamente il regista, il quale vive tempi in cui la sensibilità per la legalità è molto diversa.
I capitoli del libro sono tutti preceduti da citazioni di Thomas Bernhard, sempre appropriate. Ne ricordo una particolarmente in tema con la trama del romanzo di Andò:
Noi disprezziamo, e questo è naturale, coloro che ci mentono e rispettiamo chi ci dice la verità.
Tema pirandelliano, questo della verità, spesso ambigua, che ricorre come sottotesto in tutto il libro e che ci mostra quanto l’autore sia attratto dalla realtà siciliana, fino alle ultime pagine del libro nelle quali si svela il motivo del titolo del romanzo. Un libro di fantasmi, dice l’autore,
fantasmi che possono ricordare o evocare, luoghi e persone reali, (che) è una prova ulteriore di come la vita a Palermo sia divenuta pericolosamente romanzesca.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il coccodrilo di Palermo
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