La Decima MAS in Friuli
- Autore: Flavio Rovere
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2011
Rappresaglie antipartigiane e violenze contro i civili nel Nord Est: la tesi in Storia Contemporanea di Flavio Rovere, neo dottore presso la facoltà di lettere dell’Università di Udine, è diventata nel 2011 un volume della collana Territori della casa editrice Prospettiva di Civitavecchia. “La Decima MAS in Friuli. Il processo a Remigio Rebez” (pp. 216, euro 14,00). Può essere l’occasione per dare uno sguardo in profondità, con un atteggiamento più scientifico che emotivo, alle vicende scabrose del conflitto senza esclusione di colpi scatenato nei territori del confine orientale tra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la fine delle ostilità, nel 1945. Guerra totale, una sequenza di azioni partigiane e di rappresaglie naziste, con i repubblichini dell’esercito fascista di Salò in funzione di torturatori e boia al servizio dell’occupante tedesco.
Brutte pagine di storia nazionale, in cui tanti italiani hanno dato il peggio di sé, come ha senz’altro fatto Remigio Rebez, sergente triestino della Decima, ex militare scelto delle Forze armate italiane.
Da assaltatore di Marina a sgherro dei nazisti, da nuotatore paracadutista del glorioso Reggimento San Marco della Regia Arma navale a torturatore di ribelli e civili, con un comportamento costantemente riprovevole, tante zone d’ombra e una serie interminabile di accuse, per furti, appropriazioni indebite e sottrazioni.
Rebez, il “boia di Palmanova”, era originario di Muggia (Trieste) e a scanso di equivoci va detto che sopravvisse alla guerra e alla giustizia, sebbene il suo nome sia stato incluso tra quello degli infoibati, vittime della pulizia etnica titina nel dopoguerra.
Flavio Rovere invece è udinese (di Mereto Tomba, a pochi chilometri dal capoluogo friulano), studi universitari commerciali interrotti da una conversione ad U verso quelli umanistici. Ha conseguito una laurea in Storia, con una tesi puntuale, rigorosa, documentata in modo pignolo (l’autore non ha problemi a riconoscersi tale).
Lo hanno sempre attratto le vicende della prima metà del Novecento, tanto intense nella zona territoriale d’origine. Oggetto di ricerca sono anche le dure condizioni di vita alle quali crisi agrarie, traversie economiche, guerre mondiali e occupazioni varie hanno costretto le sfortunate popolazioni friulane, dall’Unità d’Italia a tutti gli anni Cinquanta.
Il suo interesse per l’argomento affrontato nella tesi, pubblicata da Prospettiva Editrice, è derivato quindi dalla passione per la storia ed ha ricevuto la motivazione decisiva dalla lettura di un libro, ricevuto in regalo dalla fidanzata. “Il Fascismo”, di Stanley G. Payne, che lo guidò alla scelta dell’argomento da trattare per la tesi di laurea. Ha cercato di apprendere quanto più possibile sui combattenti della Repubblica Sociale Italiana, che scelsero la parte sbagliata della barricata e gli è stato di valido aiuto il materiale storiografico e documentale messo a disposizione dall’Istituto Friulano per la storia del movimento di Liberazione, associato all’Università di Udine. Da qui la scoperta del sergente triestino della Decima MAS che aveva operato in Friuli nei terribili mesi della RSI.
L’accesso agli archivi di Udine e Trieste, riconosce, “è stata un’esperienza affascinante”, fondamentale ai fini di un lavoro impegnativo, soprattutto per un “pignolo”. Un impegno coronato però dalla grande soddisfazione per il risultato conseguito. Numerose testimonianze descrivono una situazione drammatica, confermata negli atti del processo celebrato nel dopoguerra contro la Banda Ruggiero di Palmanova, che vide Rebez tra i più attivi. La dominazione nazista nel Nord Est è stata pesante: reclutamenti forzati di mano d’opera, retate contro partigiani ed ebrei, la politica xenofoba fascista contro gli slavi, la Risiera di San Sabba, l’afflusso di reparti nazisti di ogni nazionalità, l’arrendevolezza delle autorità della RSI. Il Friuli Venezia Giulia poteva considerarsi una specie di laboratorio sperimentale dell’Europa nazista del futuro.
Nell’abstract della tesi, il giovane laureando ricostruisce il quadro storico della vicenda. Sergente della Decima MAS, Remigio Rebez venne lasciato dal suo reparto nella Bassa friulana e assoldato da un reparto della Milizia Difesa Territoriale, controllato dalla polizia nazista, nella zona di Palmanova, al centro della pianura friulana. Addetto al servizio informazioni del famigerato capitano Ernesto Ruggiero, Rebez è stato l’esecutore materiale delle torture inferte ai partigiani e civili catturati, seviziatore e assassino di decine di antifascisti.
Nella sentenza del 1946 si legge che dal 1 novembre 1944 gli aguzzini della Banda Ruggiero arrestarono circa 500 persone, seviziandone la gran parte per ottenere informazioni sulle forze partigiane. Rimasero nella caserma Piave di Palmanova fino al 19 aprile 1945, commettendo
“innumerevoli e feroci delitti nei territori dei mandamenti”.
Rebez venne condannato a morte per collaborazionismo, torture e uccisioni, ma non pagò con la vita né col carcere. Godendo dell’amnistia Togliatti, è vissuto tranquillo a Napoli, fino al decesso, nell’ottobre 2005. Altro che “infoibato”. Negli anni Ottanta, riconosciuto nel corso di una commemorazione nel cimitero di Muggia, era stato sottratto alla folla che voleva linciarlo.
La decima M.A.S. in Friuli. Il processo a Remigio Rebez
Amazon.it: 14,00 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Decima MAS in Friuli
Lascia il tuo commento