La F.E.B. Força Expedicionária Brasileira in Italia. Documenti e studi 1944-1945
- Autore: Andrea Giannasi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Per raccontare la spedizione brasiliana sul fronte italiano nella Seconda guerra mondiale, non c’è uno specialista in materia all’altezza di Andrea Giannasi, giornalista, storico, autore ed editore lucchese.
È un privilegio, perciò, disporre del saggio La F.E.B. Força Expedicionária Brasileira in Italia. Documenti e studi 1944-45, pubblicato ad aprile dalla casa editrice Tralerighe Libri (Lucca, 2022, 274 pagine).
Il volume riprende, sotto l’aspetto documentale e con numerose immagini in bianco e nero, l’argomento già affrontato dallo studioso garfagnino nel fondamentale Il Brasile in guerra: la partecipazione della Força Expedicionaria Brasileria alla seconda guerra mondiale (Carocci, 2014).
Nato in provincia di Lucca nel 1968, editore indipendente (oltre Tralerighe Libri dal 2013, suoi i marchi Argot e Garfagnana Editrice), Andrea Giannasi è laureato in storia contemporanea, con tesi in tecnica militare, presso l’Università di Pisa.
Premiato per i suoi saggi storico militari - anche sui soldati nippoamericani dell’Esercito USA in Italia, sempre nel 1944-1945 - ha pubblicato studi su varie riviste di settore, insegnato in corsi universitari di editoria e dal 2009 scrive testi e soggetti di teatro civile.
Direttore scientifico del Museo della Liberazione di Lucca e consigliere nazionale della Federazione Italiana Volontari della Libertà, tiene conferenze storiche in cerimonie e manifestazioni delle Forze Armate. È tra i curatori del Premio giornalistico "Arrigo Benedetti" e organizza festival letterari in Toscana, Lazio, Puglia e Calabria.
In questo nuovo libro dedicato alla F.E.B. (Força Expedicionária Brasileira), Giannasi racconta l’ingresso del Brasile nella Seconda guerra mondiale, narrando l’arrivo delle forze brasiliane sul suolo italiano nel 1944.
Fu una partecipazione numericamente limitata quella delle truppe brasiliane in Italia: una divisione di fanteria e unità di supporto. Poco più di 25mila uomini, ma c’erano anche alcune donne, come le 73 infermiere impegnate nell’ospedale da campo di Pistoia della sezione medica della FEB. Inquadrati tra le truppe della Quinta armata statunitense sull’Appennino Toscano, i brasiliani erano una delle venti nazionalità schierate in Italia dagli Alleati.
La breve nota introduttiva curata da Giannasi precisa efficacemente il contesto. Il Brasile, spinto ad entrare nel conflitto dalle pressioni di Washington, aveva dichiarato guerra a Germania e Italia il 31 agosto 1942, con il Decreto n. 10.358.
Il contingente della FEB sul fronte toscano della Linea Gotica contava su 25.334 uomini. Di questi, 15.069 presero parte ai combattimenti, subendo 457 morti, tra i quali 13 ufficiali e 444 uomini di truppa. Persero inoltre la vita 8 piloti del gruppo aereo della FAB (Força Aerea Brasileira).
I brasiliani entrarono in linea di combattimento nel settore della Versilia, liberando Camaiore e Massarosa. Poi furono spostati nella Valle del Serchio, raggiungendo le cittadine di Barga e Gallicano. Infine ricevettero l’ordine di tenere il fronte centrale, trasferendosi a Porretta Terme. La FEB operò anche a contatto con le formazioni partigiane italiane attive nel territorio di operazioni, in particolare l’XI Zona Patrioti Pippo, al comando di Manrico Ducceschi.
Il saggio ricostruisce giorno per giorno la storia della Força, attraverso i documenti del National Archives di Kew-Londra (già Public Record Office).
Sul piano internazionale, fino al 1939 il Governo federale brasiliano si era barcamenato tra gli Stati Uniti e la Germania-Italia senza scegliere nettamente un campo. Era una giunta militare nazional-populista, con a capo il dittatore Getulio Vargas, “il padre dei popoli” per i brasiliani più ingenui. Progressivamente, gli sforzi del Gabinetto del presidente nordamericano Roosevelt condussero a un avvicinamento del Brasile agli USA. Aiuti economici, prestiti e finanziamenti attrassero sempre più Vargas dalla parte statunitense.
Pur neutrale, solo il Brasile tra i Paesi sudamericani espresse una solidarietà ufficiale agli Stati Uniti aggrediti dal Giappone a Pearl Harbour. Tra alti e bassi si giunse alla concessione agli USA di ospitare reparti di marines, come “personale tecnico”, nelle basi di Belem, Natal e Recife e cominciarono ad arrivare quantità, seppure non abbondanti, di armi americane.
Il 28 gennaio 1942 il Brasile ruppe le relazioni diplomatiche con Berlino e Roma. In conseguenza, i sommergibili tedeschi e italiani che operavano in Atlantico a meridione dell’Equatore si dettero alla caccia di mercantili brasiliani.
Nel complesso, si registrano fino al 1944 trentasei affondamenti, per quasi mille vittime. L’attività diplomatica statunitense si intensificò e condusse alla dichiarazione di guerra all’Asse dell’agosto 1942. Le ragioni che indussero Vargas a premere per la partecipazione militare oltreoceano puntavano a sostenere la posizione del grande Stato populista sudamericano nei futuri negoziati di pace, riaffermare e rafforzare il prestigio politico, diplomatico e militare nell’America Latina.
Il 9 agosto precedente era stata avviata la formazione della Forza: non molto equipaggiata, con ufficiali e sottufficiali inesperti.
Una curiosità: quando i soldati della FEB sbarcarono a Napoli, non disponevano ancora di elmetti, marciavano senz’armi e indossavano le uniformi originali brasiliane, di colore molto simile alle divise tedesche in Africa settentrionale. Chi li osservava, scambiò i militari sudamericani per prigionieri di guerra.
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