La mezzanotte. Visione stellare di un momento di guerra
- Autore: Ramón del Valle-Inclán
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
Sulla rivista "España", nel luglio del 1915, apparve il Manifiesto de Adhesión a las Naciones Aliadas, in cui si sosteneva che l’eventuale vittoria dei francesi nella Grande Guerra sarebbe andata incontro agli interessi dei liberali spagnoli. Tra i nomi dei firmatari ci fu anche quello di Ramón María del Valle-Inclán (1866-1936), che pochi mesi più tardi fu invitato ufficialmente a visitare le trincee francesi.
Valle-Inclán è uno tra i maggiori romanzieri del Novecento ispanico, manifestò sempre uno spirito bizzarro e dei tratti eccentrici che impediscono di incasellarlo in un singolo movimento letterario, poetico, o anche di pensiero. In gioventù, l’artista fu anche vicino al Carlismo, ma più tardi se ne allontanò.
Lo spagnolo si trattenne sul fronte franco-tedesco dal 27 aprile del 1916 alla fine di giugno dello stesso anno, con l’intento di stendere delle cronache per la stampa. L’obiettivo di questi brani sarebbe stato quello di raccontare i diversi momenti di un giorno di guerra; infine l’opera rimase incompleta, ma gli articoli, rivisti e riorganizzati, confluirono in un singolo volume: La mezzanotte. Visione stellare di un momento di guerra, pubblicato in traduzione italiana da Medusa nel 2016 a cura di E. Lodi. In appendice al volume è stato inserito un altro testo, Alla luce del giorno, che avrebbe dovuto completare il disegno immaginato dallo scrittore.
Da questo libriccino si può cogliere innanzitutto l’impatto delle nuove tecnologie che contraddistinsero il primo conflitto mondiale; qui la guerra appare come la negazione dell’umano e il trionfo della macchina: l’industria che alimenta le battaglie è fondata sulla pura matematica, indifferente e crudele. Per il lettore italiano sarebbe interessante fare un confronto tra le suggestioni de La mezzanotte e il modo in cui Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), padre del Futurismo, descrisse la guerra sul fronte italiano.
Valle-Inclán sperava di riuscire a raccontare le azioni belliche andando oltre la pluralità delle voci, cioè da un punto di vista superiore:
“Io, vano e maldestro, ho avuto l’ambizione di farmi centro e ottenere della guerra una visione astrale, fuori della geometria della temporalità, come se l’anima, già disincantata, potesse guardare la terra dalla propria stella”.
Un altro aspetto preponderante è la contrapposizione costante tra i francesi, che sono presentati come il popolo della libertà e del progresso, ma anche come i difensori della classicità, e i tedeschi, “barbari dai capelli biondi”.
Il germanico è chiamato “testa d’asino” e, in conformità a talune teorie pseudoscientifiche diffuse a quell’epoca, ne è sottolineata la storica antipatia verso i francesi, discendenti dei romani e prodotto di una civiltà superiore:
“Il francese, figlio della lupa latina, e il barbaro germanico, privo di qualsiasi tradizione, si stanno di nuovo facendo la guerra”.
Ai giorni nostri ci è davvero difficile comprendere una denigrazione così arbitraria della cultura tedesca, ma queste affermazioni erano il prodotto del clima dell’epoca: sempre da La mezzanotte si apprende che gli stessi tedeschi credevano nel mito della nazione eletta e si percepivano come geneticamente superiori agli altri popoli.
Le scene violente e macabre e le crudezze della guerra che l’autore cercò di raccogliere in questo libro sono sconvolgenti e gli si affianca talvolta un’ironia grottesca, basti citare un dialogo tra ufficiali inglesi:
“Vero, signori, che i bollettini senza prigionieri sono poco eleganti?
Sir Francis Murray lo guardava come si guarderebbe un bambino:
– Lasciamo le trovate teatrali ai tedeschi. I nostri bollettini sono inglesi. Per molti giorni non faremo prigionieri: è necessario punire la furfantaggine di quei prussiani che si sono avvicinati urlando che si arrendevano e, sapendo che gli inglesi non sparano a chi si arrende, hanno attaccato le nostre trincee a mansalva, con le bombe a mano”.
Venendo alla valutazione dell’opera, si deve tuttavia riconoscere che, almeno a primo impatto, i testi possono risultare abbastanza poveri. In realtà i contenuti validi ci sono, ma, per quanto interessanti, sono sviluppati in maniera troppo sbrigativa. L’essenzialità dei capitoletti, con l’alternarsi di impressioni poetiche e di rapide descrizioni, rischia di trasmettere poco, e in fondo il significato complessivo della narrazione è sfuggente.
Lo stesso Valle-Inclán riconobbe il fallimento del suo intento comunicativo e gli si può dare ragione, di sicuro La mezzanotte non è tra i suoi lavori più riusciti.
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