La Repubblica dei romani di Cinzia Dal Maso

La breve, ma straordinaria esperienza della Repubblica Romana rappresentò uno dei momenti più significativi del nostro Risorgimento, trionfo della democrazia e dell’amore per la libertà, purtroppo soffocato nel sangue dall’azione violenta degli eserciti di quattro nazioni.

Tra il 30 aprile e il 30 giugno del 1849 molti romani parteciparono con coraggio e abnegazione alla difesa della loro città, assediata dai francesi del generale Oudinot. Se significativo fu l’apporto dei tanti volontari accorsi da ogni parte d’Italia, il grosso delle forze era costituito dai romani e dagli appartenenti allo Stato della Chiesa: una realtà troppo spesso disconosciuta.
Se ne era reso conto lo stesso Giuseppe Garibaldi che il 21 giugno aveva scritto ad Anita:

Noi combattiamo sul Gianicolo e questo popolo è degno della passata grandezza.

Con il trascorrere dei giorni e con l’intensificarsi dei bombardamenti la tempra dei romani non era stata fiaccata, anzi aveva acquistato vigore. Lo spiega il pittore olandese Jan Philip Koelman: quando “le case incominciarono a crollare e ad incendiarsi, i Trasteverini divennero furenti. Davanti alle macerie fumanti avevano tirato fuori i coltelli, l’arma preferita, e sui cadaveri sanguinanti delle mogli e dei figli avevano giurato vendetta. Dopo aver procurato alle famiglie un soggiorno più sicuro, portandole in zone meno pericolose della città, nei conventi ed in altri grandi edifici offerti dal governo, gli uomini si recarono nei punti più minacciati, chiedendo a gran voce di essere condotti all’attacco contro i Francesi”.

Il 27 giugno anche Aurelio Saffi scriveva alla madre: “Quali che sieno i nostri destini, il popolo e le milizie romane hanno inalzato un monumento d’onore all’Italia, che ai nemici stessi ispira rispetto”.
Purtroppo l’elenco dei combattenti e dei caduti romani non potrà mai essere completo, perché della maggior parte di loro non si conosce nemmeno il nome. Ma Cinzia Dal Maso, nel libro "La Repubblica dei romani" (Istituto Internazionale di Studi “Giuseppe Garibaldi”, Dunp edizioni) ha riunito insieme alcune biografie di personaggi più o meno noti che si sono distinti in quel glorioso periodo della nostra storia.
L’autrice ha rivolto una particolare attenzione a tutti quei luoghi e ai monumenti di Roma che ancora li ricordano. Non solo i busti del Gianicolo, quindi, ma le case dove hanno abitato o lavorato, le vie e le piazze in cui sono stati protagonisti di atti di valore.